DI CLAUDIA SABA
Strage Altavilla.
Anche la figlia sopravvissuta ha partecipato al rito
Miriam Barreca, la figlia sopravvissuta nella strage familiare di Altavilla, ha partecipato ai riti di purificazione in cui “sono stati torturati i fratelli, Kevin ed Emanuel, e la madre, Alessandra Salamone”, poi uccisi.
Lo dice il procuratore di Termini Imerese precisando che “per quanto riguarda la sua responsabilità, non compete a noi ma alla Procura dei minorenni di Palermo. Noi trasmettiamo gli atti. Possiamo dire che è una ragazza molto intelligente, di un’intelligenza superiore alla media”.
Sembra dunque, secondo quanto spiega il procuratore Ambrogio Cartosio nella conferenza stampa, che “la partecipazione alle torture sia stata corale. Confermo che il piccolo di 5 anni è stato torturato prima di essere ucciso”.
Il procuratore descrive poi quella che è stata, dice, una “terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma”. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una religiosità fanatica. Che pesa molto sui figli. La famiglia vive con disagio”.
Per la strage ora in carcere ci sono il padre e marito delle vittime, Giovanni Barreca, e una coppia di Palermo, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
“Il rito collettivo – riprende il procuratore – era iniziato da un mese e coinvolgeva tutta la famiglia Barreca e la coppia di Palermo, che avrebbe partecipato al massacro. Erano tutti preda di un delirio mistico”. Le vittime e gli assassini, lo stesso Barreca e i due complici, dunque, avevano cominciato un mese fa una sorta di rito di purificazione dal demonio, poi sfociato negli omicidi”.