DI CLAUDIO KHALED SER
Il governo israeliano, su indicazione di Netanyahu, ha respinto all’unanimità, l’ipotesi di uno Stato Palestinese.
Il voto era ampiamente previsto, nonostante le pressioni delle diplomazie occidentali e della stessa ANP che cercavano in qualche modo di risolvere una situazione divenuta insostenibile.
HAMAS aveva condizionato il suo consenso a tre punti chiave :
1) Ritiro delle truppe d’occupazione;
2) Cessate il fuoco permanente;
3) Confini dello Stato decisi dall’ONU nel 1947.
Ora molti si chiedono che cosa succederà.
Lo stato ebraico continuerà con la sua politica criminale fino all’occupazione totale della Palestina o cederà davanti alle pressioni sia esterne che interne e rivedrà il suo atteggiamento?
Fino a quando al potere ci sarà Netanyahu, non ci sarà spazio per nessun cambiamento di rotta, Israele continuerà nel massacro perseguendo il sogno del “grande Israele” agognato dalla bibbia e sostenuto dai partiti ultra ortodossi che compongono il governo.
E’ altrettanto chiaro che HAMAS continuerà la lotta di liberazione nonostante le perdite subite, magari coinvolgendo, ancor più pesantemente, nella guerra ai sionisti, altre formazioni militari come gli Hezbollah e gli Houti, con il viatico dell’Iran.
Ma intanto la guerra continua.
Rafah é circondata, i Profughi spinti contro i muri di confine egiziano, gli aiuti umanitari bloccati in Egitto non consentono di alleviare (anche se di un niente) il dramma del Popolo.
Nessuna speranza.
Il mondo resta a guardare l’ennesimo massacro.