DI MICHELE MARSONET
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Repubblica d’Indonesia, elezioni politiche, che hanno richiesto un grande sforzo organizzativo con oltre un miliardo di schede e 4 milioni di urne sparse tra le oltre 17.000 isole che compongono questa nazione.
Anche se i risultati ufficiali non sono ancora disponibili, il candidato favorito Prabowo Subianto, 72 anni, attuale Ministro della Difesa, ha ottenuto secondo i sondaggi oltre il 55% dei suffragi e si è già autoproclamato vincitore.
Potere ereditario
Subianto è un ex generale dell’esercito, e attuale ministro della Difesa, che in più occasioni ha dimostrato tendenze autoritarie. Giavanese e musulmano come l’87% della popolazione indonesiana, Subianto è stato capo delle forze speciali durante il regime repressivo di Suharto (del quale è stato anche genero), al potere dal 1967 al 1998. Ha inoltre condotto la repressione di movimenti indipendentisti presenti in molte parti del Paese. Succede al presidente uscente Joko Widodo che, alla scadenza del suo secondo mandato, non poteva più essere rieletto.
I figli “Vice”, a garanzia
I due hanno però stretto un patto di ferro. Per dare il via libera a Subianto, Widodo ha ottenuto che il figlio Gibran Rakabuming venisse designato come vicepresidente. Pur non avendo ancora raggiunto i 40 anni richiesti dalla Costituzione, il rampollo ha comunque attenuto la nomina grazie a una sentenza della Corte costituzionale presieduta da suo zio.
Politiche dinastiche, come nelle Filippine
Del resto le politiche dinastiche sono comuni in Asia. Basti pensare alle Filippine dove Ferdinand Marcos Jr., figlio dell’ex presidente e dittatore Ferdinand Marcos e della first lady Imelda Marcos, è stato eletto alla presidenza nel 2022. Anche in questo caso, il suo predecessore Rodrigo Duterte è riuscito a imporre la figlia, Sara Duterte, alla vicepresidenza.
In equilibrio tra Cina e America
L’Indonesia è un Paese molto importante per gli equilibri asiatici (e non solo). Nel 1955, ai tempi di Sukarno, fu tra i membri fondatori del movimento dei Paesi non allineati, i cui esordi datano alla conferenza di Bandung (proprio in Indonesia). Da allora ha sempre cercato di mantenere una posizione di equidistanza tra Est e Ovest. Attualmente vanta ottimi rapporti sia con la Repubblica Popolare Cinese, suo principale partner commerciale, sia con gli Usa, con i quali organizza regolarmente manovre navali congiunte. Non ha inoltre approvato le sanzioni alla Federazione Russa dopo l’invasione dell’Ucraina.
Economia, migrazioni e Australia
L’economia indonesiana è in buona salute con una crescita annua del Pil che supera il 5%. Da notare, inoltre, che la metà degli elettori ha meno di 40 anni. Notevoli pure le risorse minerarie. Possiede ingenti giacimenti di nichel, essenziale per la produzione delle batterie dei veicoli elettrici. Gli investimenti stranieri sono in crescita, e il governo tenta di frenare l’emigrazione. Tema, questo, che causa attrito con la (relativamente) vicina Australia. Il governo di Canberra, a tale riguardo, adotta politiche anti-migratorie molto dure.
La capitale Giacarta sta affogando
Il nuovo presidente dovrà comunque affrontare numerosi problemi. Tra questi il mantenimento dell’equidistanza tra Pechino e Washington in un periodo che vede le due superpotenze contrapporsi per il predominio nel Pacifico. Altro tema spinoso è il previsto spostamento della capitale Giacarta, che sta sprofondando, in una località del lontano Borneo.
(NdR. A causa dell’estrazione di acque sotterranee, della rapida urbanizzazione e dell’innalzamento del livello del mare, il 40% di Giacarta si trova sotto il livello del mare e sta affondando a una velocità media di 7,5 centimetri all’anno).
“Operazione che buona parte dell’opinione pubblica non vede di buon occhio. Subianto avrà insomma molte gatte da pelare, e alcuni osservatori temono una svolta autoritaria”.
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Articolo di Michele Marsonet, dalla redazione di
25 Febbraio 2024