MAR CINESE MERIDIONALE ETERNA AREA DI CRISI ORA CON LE FILIPPINE BASE USA

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Il Mar Cinese meridionale torna a ribollire, ricordando a tutti che si tratta di un’area di crisi perennemente aperta, pronta a esplodere. La partita strategica tra Stati Uniti e Cina che coinvolge tutti i Paesi dell’area tra alleanze militari ed economiche contrapposte e troppo spesso di labile convenienza. Le Filippine arcipelago di basi militari Usa

Mar Cinese Meridionale

Il governo di Pechino rivendica gran parte del Mar Cinese meridionale, e si contrappone ad analoghe pretese avanzate da altri Stati della regione. In particolare, Filippine, Brunei, Malesia, Tsiwan, Vietnam e Indonesia, che reclamano la loro sovranità su aree specifiche. Nel 2016, un Tribunale internazionale respinto le pretese della Cina che la contrapponeva alle Filippine. Da allora, il clima diplomatico tra la potenza continentale e l’arcipelago di isole che sono le Filippine, non ha fatto altro che peggiorare, e gli incontri ‘ravvicinati’ tra navi dei due Paesi, in più di un’occasione, hanno rischiato di degenerare.

Filippine arcipelago militare Usa

Ma il vero motivo dell’innalzamento delle tensioni è il fatto che le Filippine sono ridiventate una fortezza militare americana, più basi su diverse isole, a qualche centinaio di chilometri da Taiwan. L’ex isola di Formosa, ma non soltanto. La massiccia presenza Usa nelle Filippine, testimonia la volontà di Washington di rimanere protagonista dominante nell’Indo-Pacifico, a contenere gli obiettivi di potenza di Pechino. Una presenza non solo difensiva.

Stati Uniti-Filippine

La Casa Bianca ha deciso di resuscitare sotto altre forme, i vecchi accordi politico-militari che, dalla Seconda guerra mondiale in poi, avevano fatto dello Stato asiatico uno degli alleati logisticamente fondamentali del Pentagono. «Per più di 40 anni – scrive il South China Morning Post di Hong Kong – la base aerea di Clark e la base navale di Subic, assieme ad altre 23 installazioni, sono esistite ad uso esclusivo degli americani. Con le Filippine che hanno avuto poca o nessuna voce in capitolo. Piene di navi, aerei e truppe statunitensi, le basi immagazzinavano anche armi nucleari».

Amore strategico contrastato

Dopo un periodo di relazioni tiepide, sotto il Presidente Dutarte, col nuovo leader del Paese, Ferdinando Marcos Jr. gli americani, prodighi di aiuti finanziari, sono nuovamente bene accolti. Alleati amici e anche in po’ padroni. Così, il Trattato di mutua difesa del 1951 è stato rivisto e allargato, firmando un «Accordo di cooperazione rafforzata per la difesa» (EDCA), che non ha fatto guadagnare a Manila l’amicizia del governo cinese, ma sicuramente ha fatto e farà arrivare, in bel gruzzolo di dollari.

Oneri e onori

È chiaro che diventare un avamposto del Pentagono, in pieno Mar Cinese meridionale, espone le Filippine a dei rischi di ritorsione da parte del gigante cinese.

«Le Filippine stanno diventando un delegato degli Stati Uniti contro Pechino, nel Mar Cinese meridionale?».  Col giornale che aggiunge preoccupato: «Alcuni temono che le Filippine diventeranno come le formiche che vengono calpestate, mentre il potenziale per un conflitto tra Usa e Cina si surriscalda nella contesa via d’acqua».

La strategia della Casa Bianca

Più alleati e un solo nemico chiave. Presenza militare ed economica americana il catalizzatore di alleanze ed interessi capace di attrarre tutti i Paesi della regione. Con le buone (i dollari) o con le cattive (sanzioni e ostacoli commerciali). Di fatto, la strategia della Casa Bianca per l’Indo-Pacifico è quella di un ‘contenimento attivo’ e sempre più aggressivo, verso la Cina, creandole tensioni regionali attorno. Ma la violenta politica di ‘disaccoppiamento’, diminuzione di dipendenza dell’economia delle Cina è l’altra faccia della medaglia di una guerra non dichiarata con Pechino. Con problemi, o non pochi, anche di ritorno, vedi l’infelice e inefficace esempio delle sanzioni contro la Russia.

Previsioni sulla Politica estera Usa: “variabile”

Per i Paesi dell’area coinvolti nella partita strategica tra grandi potenze, sono ancora da calcolare e mettere in conto le reazioni di Pechino, e la variabile della politica estera statunitense. È quello che temono le parti politiche più accorte nelle Filippine. Memoria di ciò che è già successo in Afghanistan, che succederà presto in Irak e in Siria e che potrebbe verificarsi, dopo le prossime Presidenziali Usa, anche in Ucraina.

“Ma allora, ci chiediamo, come si può fidare, il pianeta, della più grande superpotenza esistente, che rivede la sua politica estera a ogni cambio di stagione?”

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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di

26 Febbraio 2024