DI CLAUDIA SABA
“Il Presidente” ha perso.
Oltre l’Italia, pensava di poter conquistare anche le isole con il pettegolezzo in piazza.
E invece la Sardegna le ha sbattuto la porta in faccia.
Sono bastati due anni di un governo allo sbaraglio per capire la miseria morale di una bugiarda patologica il cui unico scopo e’ stato quello di sistemare i ‘suoi’.
La Sardegna lo ha capito bene.
E così ha scelto.
Alessandra Todde e’ la prima donna Presidente della regione Sarda.
La sua vittoria, mostra i primi cedimenti di una destra che non vuole governare ma imporre.
E le imposizioni di chi si prende gioco di altri esseri umani, prima o poi si pagano.
Come si paga l’arroganza e l’idea di poter governare con la furbizia, con le chiacchiere da bar, con le critiche all’avversario piuttosto che con i fatti.
Per costruire qualcosa di valido, occorre tempo, fatica e passione.
Occorre sacrificio e soprattutto occorre saper accettare le critiche.
E questa volta i cinque stelle lo hanno fatto.
Hanno costruito basi ben solide, con lealtà e trasparenza.
Con umiltà.
Hanno messo da parte l’unicità di un tempo per diventare parte di una coalizione più ampia.
Ed hanno vinto.
La destra avrebbe dovuto far tesoro delle critiche ricevute, invece ha voluto alzare il tiro ogni giorno un po’ di più.
E così ha perso.
Quando la torre inizia a scricchiolare dalle basi, prima o poi cade.
E cadrà anche Fratelli d’Italia.
Come la lega, che in Sardegna è passata dal’11% al 3,8.
Come Forza Italia, la cui forza è solo nel nome.
Calenda e Renzi?
Non pervenuti.
Il nulla assoluto torna nel nulla da cui è nata.
La Sardegna ha dimostrato che insieme si può vincere.
Che la disfatta della destra è solo questione di tempo.
E questo, è solo l’inizio.
Oggi Michela Murgia … sorride.
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