DI BARBARA LEZZI
Ursula Von der Leyen è ormai una leader in scadenza ma se ne infischia e non intende aspettare le elezioni per assumere alla decisioni molto importanti come quella di avviare acquisti comuni europei di armi.
Strana la coincidenza tra l’imminente fine mandato e la fretta di “tutelare la libertà degli europei” a colpi di nuovi contratti in linea con quelli sottoscritti per i vaccini per i quali scelse la segretezza, costi notevoli per gli Stati membri e ricavi astronomici per le società farmaceutiche.
Si è ricordata solo ora, dopo due anni di guerra in Ucraina, che sarebbe conveniente per l’UE un investimento massiccio e congiunto in armi.
Non ha usato mezzi termini e, per perorare la causa, ha paventato un’estensione del conflitto in tutto il territorio europeo. E anche in questo trovo strano il tempismo con le uscite di Macron sull’invio di truppe in Ucraina che, seppur gelate dagli altri leader, hanno comunque rotto un tabù.
Non si parla di pace, non si parla di diplomazia, non si parla di negoziati. Centinaia di migliaia di morti, povertà e difficoltà economiche in aumento in Europa non sono bastati a frenare gli appetiti di potere.
È preoccupante oltre ad essere tutto eticamente indegno.