DI ORSO GRIGIO
La realtà va troppo più veloce della mia voglia di scrivere, e anche della mia capacità di farlo.
Per recuperare metterò più cose insieme, così vi incazzate anche di più.
Perché è quello lo stato che ci accompagnerà per parecchio, al netto di qualche breve sollazzo come il risultato delle recenti elezioni in Sardegna: quello di essere incazzati.
Ma di una rabbia lucida, positiva, chirurgica, dove le uniche violenze siano quelle della ragione, del buon senso e di un pizzico di sperculo che male non fa.
Quindi cominciamo.
– Verdini, agli arresti domiciliari, con la scusa delle visite mediche a Roma avrebbe allegramente partecipato a cene e incontri vari con esponenti politici e uomini d’affari.
Normale, nessuno stupore: se nasci tondo non diventi certo quadrato.
Sarebbe semmai curioso sapere i nomi di quei buontemponi che si sono incontrati con lui e perché, e magari arrestare anche loro per complicità.
– Meloni continua con i suoi show perfezionandoli e diventando sempre più convincente.
Come comica, non come politica.
Anche per lei un futuro assicurato nelle televendite delle tapparelle per finestre.
Altro che Mastrota.
– Calenda, dopo aver fatto di tutto perché Todde perdesse, sentenzia che con i 5S bisogna dialogare.
Qui non mi vengono commenti potabili.
– Al Parlamento europeo chiameranno anche la moglie di Assange, per sensibilizzare la politica e le persone sulla persecuzione del marito, ancora vivo nonostante tutto, nel silenzio complice di chiunque.
Sì, contateci.
– Vannacci sta preparando il lancio del suo prossimo capolavoro letterario.
Visto quello che sta venendo fuori su quale personcina sia e considerando la natura del pubblico pagante, stavolta ne venderà di sicuro almeno il doppio.
E lo farà da parlamentare europeo.
– Nostra signora della Messa in Piega, che con sprezzo del periglio ma soprattutto della propria dignità si propone per un nuovo mandato, sfoggiando il solito fastidiosissimo sorrisetto, che ogni volta mi chiedo che cazzo c’avrà da ridere, chiede acquisti collettivi di armi da inviare in Ucraina, tanto per ingrassare ancora un po’ le casse dei signori della guerra americani e mandare a morire altre migliaia di ragazzi, tanto a lei che le frega, chi la spettina?
La cosa che fa accapponare la pelle è il paragone del bisogno delle armi con quello dei vaccini, una cosa che da sola la qualifica per quello che è.
Mi raccomando, amici 5S, votatelo anche stavolta, ‘sto fenomeno…
– Sempre a proposito di questa guerra, Zelensky, con il quale Meloni ha un feeling tale da farci accordi capestro di collaborazione fregandosene del passaggio in Parlamento, starebbe compilando una lista di putiniani che lo infastidiscono, povera anima.
Sì, perché non bastavano quelli che già abbiamo in casa nostra a romperci le palle. Mancava lui, che ormai non si limita alla solita questua, ma ha preso un pigolo tale da occuparsi in pieno anche dei nostri affari e decidere chi gli sta bene e chi no.
Ora, io non so quali siano i suoi parametri di giudizio, ma se per essere putiniani intende quelli che si oppongono all’invio di armi e ai quali il suddetto attorucolo ha sfrangiato gli zebedei oltre qualsiasi limite di sopportazione, al pari degli altri che questa guerra l’hanno tenacemente voluta e soprattutto non hanno mai fatto niente di concreto se non per evitarla almeno per trattare uno straccio di pace, in quella lista può tranquillamente metterci anche il mio, di nome.
Però in grassetto, please.
Io spero che nel nostro paese prima o poi ci si liberi dalla cappa di condizionamento imposta dal Pensiero Unico e favorita dal nostro stato di servi, si riesca a vedere le cose per come sono davvero e si torni a scoprire il senso della parola “orgoglio”.
Ed è strano che quella che ci ha reso del tutto asserviti a chiunque sia proprio la stessa del patriottismo talebano e che sbraitava che in Europa sarebbe finita la pacchia.
E allora, quando ci scrolleremo di dosso certe scorie, non sarà difficile capire che questa cazzo di guerra l’hanno voluta sia la Russia che l’America, usando quest’ultima l’Ucraina come esca e l’Europa come colonia.
E per i motivi per cui da sempre si fanno le guerre: il dominio territoriale e il potere economico.
E poi le armi costano molto e sono fonte primaria di ricchezza, oltre che di morte.
Ma tanto muoiono sempre i figli degli altri, non delle teste di cazzo che li mandano a morire.
– Io non sto con le forze dell’ordine, non comunque e non a prescindere.
Ho come una specie di avversione per le divise, non riesco a sentirle dalla mia parte. Eppure non ho mai commesso reati né ho intenzione di farlo, a parte un paio di multe per eccesso di velocità ma in altri tempi.
E vale per tutte le divise. L’unica eccezione è per i Vigili del Fuoco, persone splendide che non temo di sicuro, e un po’ anche per quelle delle squadre di calcio, ma poi dentro ci sono i calciatori e mi passa un po’ la poesia.
E’ un problema mio, certo, come un blocco psicologico, e non ce l’ho certo con i ragazzi che le indossano, ma sarebbe un discorso lungo e non voglio tediarvi oltre. E poi ne ho già parlato qualche tempo fa e nonostante il mio rincoglionimento incipiente non mi piace ripetermi, almeno quando me ne accorgo in tempo.
Di certo però i problemi della mia diffidenza sono ai livelli più alti, in fondo quelle divise rispondono agli ordini che gli vengono dati, ed è troppo facile poi sospendere una dirigente che di certo su quei dannati manganelli non aveva responsabilità.
E’ Piantedosi che doveva fare le valigie, ma qui di suo abbiamo visto che non parte mai nessuno.
Dobbiamo pensarci noi a organizzare una bella comitiva e staccargli a tutti il biglietto per quel luogo recondito e incantato.
Si può fare.
Si deve.