DI MARINO BARTOLETTI
Oggi Walter Chiari compirebbe 100 anni. Sono sicuro che anche su questo saprebbe costruire una delle sue irresistibili gag.
È stato di gran lunga uno dei talenti più puri e poliedrici della storia dello spettacolo italiano: un meraviglioso diamante grezzo, irripetibile e irripetuto (malgrado la stucchevole – e inutile – ricerca di un suo “erede”). Un gigante: immenso e scellerato. Ma non avrebbe saputo vivere diversamente da come è vissuto. Le sue ultime prove artistiche “drammatiche” ci hanno fatto capire ancor meglio che cosa ci siamo perduti (e, malgrado il successo ottenuto, quanto poco ha dato rispetto alle sue potenzialità). In America sarebbe stato nell’Olimpo dei più grandi (del cinema e del teatro).
Personalmente l’ho amato anche per le sue fragilità. E sono felice di averglielo potuto dimostrare.
L’ultima trasmissione a cui partecipò in vita sua fu una mia trasmissione, nel novembre del 1991 (“Domenica Stadio”). Gli tesi una mano: la raccolse in parte. Ma era così: era sempre stato cosi. E così volle andarsene a 67 anni.
Abbraccio Simone, che ha i suoi occhi, la sua intelligenza, il suo sorriso e fondamentalmente la sua purezza.
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