DI ANTONELLO TOMANELLI
Lui nasceva mentre Djokovic diventava professionista. E da bambino si addormentava volgendo l’ultimo assonnato sguardo al gigante serbo, il cui poster campeggia ancora oggi su una parete della camera da letto nella sua casa di Pesaro. Nel deserto californiano di Indian Wells, Luca Nardi ha piegato in tre combattutissimi set il suo mito vivente, macinando un tennis che definire stellare non renderebbe piena giustizia.
E pensare che Nardi era stato buttato fuori già alle qualificazioni del torneo. Ma il ritiro per infortunio dell’argentino Tomas Etcheverry lo aveva di fatto ripescato.
Un giocatore poco conosciuto Nardi, che finora non è mai riuscito a qualificarsi ad un torneo del Grande Slam. Djokovic non era mai stato battuto da un tennista posizionato così in basso nella classifica mondiale (n. 128). Ma la partita ha fatto più pensare ad una classifica bugiarda, che non ad una inaspettata défaillance del gigante serbo.
Con questa pesantissima vittoria Luca Nardi, appena 20enne, entra nella top 100 e si qualifica agli ottavi di finale del torneo, dove affronterà domani l’americano Tommy Paul, numero 17 del ranking mondiale, un ottimo giocatore ma non certo paragonabile a Djokovic.
«Ho battuto Novak. Ieri non mi conosceva nessuno. Oggi tutti parlano di me», ha commentato Nardi. Chissà, forse dopo Sinner l’Italia ha sfornato un altro campione. Staremo a vedere.