CONSIDERAZIONI SUL RISULTATO ELETTORALE IN ABRUZZO

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Qualche considerazione sul risultato delle elezioni in Abruzzo:
risulta evidentissimo che l’alleanza con ollio+ollio sottrae voti e non li aggiunge. Che queste assurde alleanze alimentino l’astensione, è nei numeri, ancora prima che nei fatti. E che con queste operazioni politiche, il nostro già evanescente appeal in sede di elezioni amministrative, diventa ancora più traballante. In Sardegna abbiamo spinto i due ollio+ollio a sostenere Soru, ed è andata benissimo, in Abruzzo ce li siamo portati dietro costruendo una coalizione, in realtà vera e propria accozzaglia di posizioni agli antipodi. Gli elettori, soprattutto i nostri, l’hanno vissuta come il classico accordicchio per le poltrone. Non ce lo possiamo permettere.
Detto questo però, va aggiunta un’altra considerazione. Scorrendo i dati di voto e i risultati delle preferenze, ci accorgiamo che, fra tutti i nostri candidati, solo due hanno raggiunto o superato le 4 cifre. E’ un dato da tenere in considerazione. Nelle elezioni amministrative si votano i nomi ancora prima che le bandiere. I nomi si consolidano attraverso l’attività politica e il maneggio della macchina amministrativa. E’ di tutta evidenza, quindi, che il limite dei due mandati gioca a nostro sfavore. Che cosa faremo alle prossime regionali in Sardegna, diremo alla Todde di non ripresentarsi? Anche dopo avere governato benissimo la Regione? E chi proporremo al suo posto, uno sconosciuto al primo mandato? Abbiamo risorse umane non sostituibili e che garantirebbero un grande apporto anche in termini di voti. Non possiamo rinunciarci.
Formiamo personale politico e classe dirigente e, al massimo della loro formazione, li accompagniamo alla porta? E riprendiamo tutto da capo? Credo che il limite dei due mandati non debba essere considerato un dogma e debba essere ridiscusso. Abbiamo personalità in panchina come Bonafede. Dobbiamo regalarli agli avversari? E poi, prima che Renzi staccasse la spina al Conte due, oltre 60 nostri parlamentari erano passati ad altri partiti. Quanto costò in quel caso il limite dei due mandati? La crisi di quel governo probabilmente non ci sarebbe stata, oggi staremmo parlando d’altro e non della Meloni. Peraltro il terzo mandato, persona per persona, potrebbe essere sottoposto al giudizio dei nostri iscritti. E, nel caso di amministrative, sarebbe comunque sottoposto, con le preferenze, al giudizio degli elettori.
Basta campi larghi e camposanti. Strutturiamo operazioni politiche come quella che ha visto trionfare la Todde, dove e quando si può. E basta con il tafazzismo che ci obbliga a regalare soldi senza ricevere un grazie e senza che lo sappia alcuno (mentre non riusciamo ad aprire sedi locali, per mancanza di soldi).
Infine: caro Presidente Giuseppe Conte, ridiscutiamo il limite dei due mandati, per favore.