DI BARBARA LEZZI
Giorgia Meloni, nel suo intervento in Senato, ha approvato la linea degli attuali vertici dell’UE che, per fortuna, sono in scadenza. Vuole più spesa in armamenti.
Per il resto, dice sempre le solite chiacchiere nel tentativo di sollecitare l’orgoglio nazionale nei suoi elettori. Orgoglio che dovrebbe essere lei a impersonare malgrado non sia stata capace di affrancarsi dalle ingerenze estere per perseguire i nostri interessi.
Con il suo consueto tono perentorio, che usa ad arte quando vuol fare credere che sa di ciò di cui sta parlando, ha detto che con Putin non si può trattare perché non rispetta gli accordi mentre il dittatore egiziano sarebbe diventato un partner strategico che, però, è amico di Putin.
Forse perché buono a relegare i palestinesi in qualche angolo di deserto per compiacere gli USA. Meloni aggiunge che l’Italia non sarebbe favorevole a inviare truppe in Ucraina ma questo contraddice il veto sulle trattative con Putin e i maggiori investimenti in difesa.
Delle due l’una arrivati a questo punto. Il discorso di Meloni sulla politica estera non l’avrebbe tenuto nemmeno uno studente delle medie. È degno del “sì ma anche” di Veltroni. Dice tutto e dice niente, è sconcertante. Si faccia coraggio, prenda delle decisioni e le comunichi al Paese perché di queste superficialità si è stancata una buona parte degli italiani.