di ANGELA DI PIETRO
Mai visti così tristi gli occhi di Kate, principessa del Galles. Mai vista così smorzata, spenta, rassegnata. Mai vista così calda, lei che è espressione di uno squisito gelo aristocratico. Dunque, ha detto che si è sottoposta ad un intervento, che il suo esito ha portato alla scoperta del cancro. Cosa non ha detto? Intanto è inverosimile che la diagnosi iniziale non sia stata quella di tumore. Lei ha dovuto sostenere la tesi di Buckingham Palace che nell’annunciare il ricovero aveva sottolineato: non è cancro. Eccome se lo era. Seconda riflessione: perché parlare genericamente di intervento all’addome e non spiegare “dove”? Spiegare forse avrebbe significato misurare la gravità del suo stato di salute, non c’è altra spiegazione. Perché una cosa è dire che uno ha i polipi nell’intestino e che si sono trasformati, un’altra è comunicare di avere un cancro al pancreas. Ecco il motivo di tanta genericità. E qualcuno già parla di “maledizione” dell’anello, lo zaffiro di Diana che non le portò fortuna e che è passato alla nuora. I fatti di oggi. Harry e Meghan hanno “comunicato” con fratello e cognata. Impossibile dite in quali termini. I duchi di Sussex hanno spiegato di non “avere idea” del fatto che Kate avesse un tumore, fino al momento dell’annuncio. Re Carlo ha definito “coraggiosa” la nuora e conforto è giunto da capi di Stato e famiglie reali. Il mondo è sotto shock: la malattia della principessa può rivelarsi fatale alla monarchia britannica più di quella di re Carlo, mai troppo amato. Il “Jolly” (intendo dire il goleador, l’asso nella manica) della famiglia reale inglese è solo lei, che illumina pure William, noiosetto come il padre. E adesso? Per favore, basta parlare d guerrieri e di battaglie contro il cancro. Luoghi comuni cari ai giornalisti. Se ti ammali di cancro puoi solo fare del tuo meglio e sperare che sia gentile con te. Non combatti (contro chi, contro te stesso?) ma lo devi prendere per mano. Forza Kate.
