DI CLAUDIA SABA
Tutto nasce da una lettera.
La lettera di una bambina oggi diventata donna.
È così che mi avvicino alla storia di Veronica.
Una storia iniziata quando lei, a soli 10 mesi, perde la mamma.
Un racconto che sembra quasi una favola triste e invece si riempie di sorrisi strada facendo.
Ma questa non è soltanto la storia di Veronica.
È anche la storia di Anna, sua zia, la donna che l’ha cresciuta dopo la morte di sua madre.
Conosco Anna una mattina.
Ci sediamo intorno a un tavolo a parlare della vita davanti a una tazzina di caffè.
Poi, orgogliosa, mi porge una lettera che le ha scritto Veronica qualche tempo prima.
Mi ritrovo immersa in una storia che non mi appartiene e mi ritengo fortunata di poterne far parte anche se per pochi istanti.
È così difficile entrare tra le righe dell’amore di una bimba che racconta il suo vissuto.
Una bimba contesa ma non pretesa da chi avrebbe dovuto.
Mi sembra quasi di sentire i suoi stessi profumi, l’abbaiare del suo cane, i giochi con le bambole vestite di felicità.
Giorni felici nonostante le mille difficoltà che la vita le ha riservato sin dalla nascita.
Grazie ad Anna.
Una zia che le ha fatto da mamma e che non ha mai chiesto di essere chiamata tale.
“Non ho mai voluto che mi chiamasse mamma. Io ho soltanto preso il posto di mia sorella che purtroppo è venuta a mancare, ma quel nome, di diritto, spetta e spetterà sempre a lei ”, mi dice Anna.
Nella lettera Veronica la ringrazia.
Per tutto quello che ha saputo darle, per i sacrifici fatti per lei.
Per non averle mai fatto mancare l’amore.
Un amore che brilla negli occhi di Anna.
Occhi che, a guardarli, fanno dimenticare tutte le miserie del mondo.
Veronica, oggi, è una donna felice mamma di tre splendidi bambini.
Anna è una mamma e una nonna a tutti gli effetti anche senza documenti che lo possano provare.
Perché l’amore basta a se stesso e non ha bisogno di null’altro per esistere.