DI MARIO PIAZZA
Nel suo significato classico la Retorica definiva la capacità di parlare e scrivere in modo attraente e convincente ma nel corso dei secoli, con la progressione della complessità dei rapporti sociali, quella che fu un’importante risorsa delle elites culturali e politiche si è trasformata in paccottiglia senza valore, per dirla con Pirandello un armadio dove i pensieri vuoti vanno a vestirsi.
Con il dilagare dei social network la retorica nella sua peggior accezione è a disposizione di tutti. Non importa quanto a fondo si conosca un argomento e quante ore si siano passate a studiarlo, nel momento in cui si prova ad esporlo per stimolare i ragionamenti e rendere comune il proprio sforzo intellettuale ci sarà sempre qualcuno che con quattro parole orecchiate distrattamente vi farà rendere conto di quanto questi sforzi siano inutili.
C’è un invasore e c’è un invaso, più velocità più morti, Israele ha il diritto di difendersi… Davanti al vuoto pneumatico che questo genere di affermazioni rivelano mi cascano per terra due parti del corpo squisitamente maschili di forma ovoidale, se mai smetterò di scrivere sui social sarà perchè mi sarò stufato di dovermi chinare a raccoglierli ogni santo giorno.