DI MARIO PIAZZA
Se critichi l’escalation militare in Ucraina sei un putiniano e se condanni Israele per i massacri di Gaza sei un antisemita.
Se io fossi una delle due cose lo direi senza tanti complimenti perché fortunatamente non ho bisogno del consenso di nessuno per sbarcare il lunario e non avrei bisogno di camminare sulle uova come fanno quotidianamente tutti gli opinionisti di professione, persino il bravo Andrea Scanzi che su altri argomenti scabrosi non ha mai avuto peli sulla lingua.
Specularmente chi la pensa in maniera diametralmente opposta viene definito guerrafondaio e/o sionista ma delle due accuse nessuno sembra preoccuparsi, al contrario vengono esibite con orgoglio perché come dice Giorgia Meloni “per mantenere la pace occorre la deterrenza” e la foglia di fico di ogni Ebreo che riesca ad impugnare un microfono è sempre la stessa “Israele ha il diritto di difendersi”.
Due minchiate colossali contraddette non da noi supposti putiniani antisemiti e pure pacifinti ma dalle centinaia di migliaia di morti in Ucraina e dal quotidiano scempio di vite innocenti in Palestina.
La Pace si ottiene con i negoziati, la parola “deterrenza” ha perso ogni significato da quando trent’anni fa i blocchi hanno smesso di essere soltanto due. In quanto al diritto di difendersi credo che Israele, con la sua storia di soprusi e violenze iniziata il giorno stesso della sua proclamazione, lo abbia trasformato nel diritto di invadere, di derubare e di massacrare il popolo palestinese.
Far risalire l’inizio di questa folle corsa verso la terza guerra mondiale alla notte in cui i carri armati russi sono entrati in Ucraina e alla mattina in cui Hamas ha colpito Israele è un falso storico, e sulla base di questo falso storico ci stiamo avviando fischiettando verso l’autodistruzione.
Ormai non riesco più a scrivere nulla di edificante o divertente nemmeno a Pasqua. Scusatemi, se smetterete di leggermi avrete tutta la mia comprensione.