PALERMO, DENUNCIO’ STUPRO DI GRUPPO. MINACCIATA

CLAUDIA SABA

 

«Mi gridavano: ti ammazziamo, mentre mi picchiavano, dopo avermi trascinata a forza a casa loro».

E’ questo il racconto fatto alla polizia, dalla ventenne violentata da sette ragazzi la scorsa estate al Foro Italico di Palermo.
Ieri la ragazza ha subito una nuova aggressione mentre si trovava in compagnia del fidanzato al mercato Ballarò di Palermo.
E’ accaduto dopo la mezzanotte quando i due ragazzi sono stati avvicinati da una macchina con all’interno un giovane.
Lo stesso che la ragazza aveva già denunciato per un altro presunto caso di violenza sessuale, avvenuto prima del Foro Italico.
E come i sette giovani dello stupro di gruppo al Foro, le cui famiglie avrebbero minacciato la ragazza perché ritrattasse, anche lui pretende che lei smentisca tutto.
Quando il giovane ha visto la coppia, ha iniziato ad insultarla.
Poi è andato via per tornare poco dopo con la madre, armato.
Con forza hanno trascinato la ragazza, minacciandola con un’arma da taglio e costringendola a seguirli fino a casa.
Il fidanzato della ragazza ha denunciato tutto.
Saranno le telecamere di videosorveglianza posizionate sul posto che aiuteranno a stabilire esattamente quanto accaduto.

La verità è che sette ragazzi presunti colpevoli dello stupro al foro italico di Palermo, sono quasi tutti liberi.
Il ragazzo che ieri ha aggredito la presunta vittima, anche lui denunciato, e’ libero.
Tutti coloro che commettono stupri e violenze sulle donne, restano liberi di aggredirle, minacciarle o di ucciderle in qualsiasi momento.
La verità è che esiste l’ignoranza, capace di rendere una madre complice di un figlio.
Che pensa di cancellare la violenza con altre violenze e intimidazioni.
Incredibilmente, questa madre e suo figlio, credono che la giustizia sia qualcosa da poter cambiare a proprio piacimento.
Che un rapporto non consensuale diventi una cosa normale.
Ma la colpa più grande è dello stato. Assente, incapace di garantire protezione a tutte le donne vittime di violenza.
Questa è la dimostrazione che la lotta contro la violenza deve continuare, deve essere più incisiva, incessante, e senza scampo per chi commette questi reati.
Il patriarcato esiste.
E’ quello di una madre e di una società che protegge ancora i violenti.
Non lasciamo che la paura e l’ignoranza prendano il sopravvento sulla giustizia.
Una società giusta deve dare spazio alla parola e garantire sempre la punizione dei colpevoli.
Soprattutto, deve ascoltare le donne che denunciano, non deriderle e farle vergognare anche di chiedere giustizia.