DI GIOACCHINO MUSUMECI
Daniela Santanche’ sotto la pioggia di indagini appena concluse per reati di svariata natura – da bancarotta a truffa ai danni dello Stato e tutti gli stadi intermedi puzzolenti che separano questi reati da nulla; lei che quando si espresse in Senato non era indagata e non era a conoscenza di avvisi di garanzia- ci ricorda che in Italia si è colpevoli solo dopo sentenze di tre gradi di Giudizio.
“Beh Dany cara”, lasciatelo dire BRO’, sarai figa ma hai fatto male i conti. Comprati un pallottoliere nuovo e fallo coi tuoi soldi non quelli dei dipendenti e fornitori che non hai mai pagato.
Puoi fare o dire qualsiasi cosa ma che sia stata condannata dall’opinione pubblica è certo, non ti possono vedere nemmeno nel partito della premier a cui hai mentito. Anche se la camera ha respinto la mozione di sfiducia stai sulle scatole a tutti METTITELO IN TESTA. Se su di te dovessero esprimersi gli italiani, e non i tuoi amici poracci, sai che calcio nel sedere prenderesti, e mica coi mocassini, con le infortunistiche rinforzate bella mia.
Fossi al tuo posto cambierei sesso per non farmi riconoscere, oppure mi procurerei un incidente che mi cambi i connotati, pagherebbe l’assicurazione e non dovrei truffare nessuno. Ma scegli con calma il tuo destino gramo, te lo meriti.
Ricordi quando invitata al programma di Gianluigi Paragone agitavi la sentenza di condanna per diffamazione ai danni di Marco Travaglio e lo chiamavi ripetutamente pregiudicato col tono della figa arrogante e saccente?
Tra un nitrito e l’altro allora non pensavi che per definire Travaglio pregiudicato occorressero tre gradi di giudizio, VERO? Certo! Sei troppo figa per ricordare le ca*zate che sparavi allora. E domani avrai già scordato le ca*zate pronunciate oggi ma “no-panic”, ci penso io a ricordartele mia fighissima Dany in odore di processo e condanna.
Chissà come andrà a finire questa storia… francamente spero male per te e non perché sei antipatica tutt’altro, la verità, mi imbarazza ammetterlo, è che sei troppo figa, e io sono troppo invidioso di te.
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Gioacchino Musumeci