DI CLAUDIO KHALED SER
Sarebbe ora di dire esattamente come stanno le cose e spegnere stupide speranze di una “presunta pace” fra vittime e carnefici.
Non c’era, non c’é e non ci sarà nessuna “tregua” nella guerra in Palestina.
Le notizie in proposito che arrivano dagli attori NON protagonisti, cioé Usa, Egitto e Qatar, sono destituite da ogni fondamento.
Quelli protagonisti, cioé Hamas e Israele, sono da sempre fermi sulle loro posizioni, distanti anni-luce, ed un accordo é assolutamente impensabile.
Lo é ancor più impensabile oggi, alla vigilia di un attacco congiunto Iran/Hezbollah contro lo stato fantoccio che occupa la Palestina.
I sionisti non hanno ancora deciso quando invadere e distruggere Rafah ed il motivo é semplice, sanno che le armi e le truppe dovranno fronteggiare un’altra situazione ben più drammatica.
E’ solo questione di ore.
Passato il digiuno del Ramadan e l’euforia dell’Aid, i preparativi sono terminati.
Si attende l’attimo.
Ci sarà prima un avvertimento militare per distogliere l’attenzione dall’attacco vero e proprio che scatterà subito dopo.
Avete notato che gli Houti sono da giorni inoperosi?
E non é dovuto certamente alla presenza (inutile) delle navi davanti alle coste yemenite.
Altrettanto silenzioso il fronte nord libanese.
Gli Hezbollah non hanno certamente terminato i missili.
E’ il silenzio che precede la tempesta.
E se sarà “perfetta” lo sapremo presto.