DI MARIO PIAZZA
O meglio sarebbe dire il filo nero, perché è quello che unisce il triste Uomo della Provvidenza che i nostri padri e nonni chiamavano Duce a Giorgia Meloni e al suo ignobile partito.
Quel filo nero è intrecciato da molti elementi ma quello che più lo caratterizza, l’ho già scritto in altri post, è la Vigliaccheria.
Quella vigliaccheria che ci racconta lo stesso Scurati nel suo intervento ricordando Mussolini che rassicurava la vedova di Giacomo Matteotti mentre già “teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania”.
Oggi come allora le bugie hanno le gambe corte, persino più corte di quelle di Giorgia. Allora furono necessari giorni perchè la verità sull’omicidio venisse fuori, ieri è accaduto in tempo reale perchè mentre Giorgia scriveva sui social le sue menzogne sul fattore economico che avrebbe portato la RAI a cancellare il monologo di Scurati su altre pagine web saltava fuori il documento che ho riprodotto per sbugiardarla pubblicamente.
La Vigliaccheria non è soltanto mancanza di coraggio perché chi ne è intriso per nascondere la propria infamia è costretto di continuo a ricorrere alla mistificazione e alla menzogna. Come Piantedosi quando giustifica la persecuzione dei migranti e le manganellate agli studenti, come Sangiuliano che si inventa una inesistente cultura postfascista, come Valditara che vorrebbe trasformare la scuola in un allevamento in batteria di giovani balilla.
Tutto ciò mi ripugna, sarebbe meno rivoltante se il mesto manipolo percorresse di corsa via dei Fori Imperiali col braccio teso cantando “All’armi siam fascisti”.
.
Mario Piazza