DI MARIO PIAZZA
Ogni anno si riaccendono le polemiche su chi desidera partecipare alla Festa della Liberazione innalzando le bandiere della Brigata Ebraica.
Mi domando quanti di quelli che si schierano pro o contro sappiano anche solo approssimativamente di che si tratta. E’ una ignoranza legittima che nessuno si cura di colmare, quindi ci provo io.
La Brigata Ebraica non aveva assolutamente nulla a che vedere con la Resistenza che pure suddivideva i propri gruppi combattenti clandestini in brigate ma era invece un reparto militare in uniforme inglese che insieme a tanti altri ha combattuto in Italia, specificamente sulla dorsale adriatica, contro i nazifascisti.
Quindi non partigiani ma soldati regolari, per essere più precisi Ebrei di varie nazionalità provenienti dalla Palestina prima che lo stato di Israele esistesse e che da prima dello scoppio della guerra premevano senza successo sul Protettorato Inglese in Palestina per costituire un proprio corpo militare. Solo il formidabile sforzo bellico necessario convinse Churchill ad arruolarli verso la fine del 1944 per poi sciogliere la Brigata Ebraica nel 46 subito dopo la vittoria. Ciò che accadde è che quei 5000 soldati si tolsero la divisa inglese ma continuarono clandestinamente le loro operazioni nell’Italia liberata perseguendo tre obiettivi specifici:
– Eliminare fisicamente quanti più ex-nazisti possibile;
– Inviare clandestinamente in Palestina armamenti per il nascituro stato di Israele;
– Reclutare militari esperti e addestrarne di nuovi che insieme ad agricoltori capaci, tutti di religione ebraica, furono inviati in Palestina in previsione della costituzione del loro stato.
Ora, sapendo di che si trattava, possiamo dire che le bandiere della Brigata Ebraica avevano tutto il diritto di sfilare nelle celebrazioni del 25 Aprile, ma anche che mescolarle a quelle di Israele proprio nell’anno del genocidio programmato del Popolo Palestinese fosse quantomeno inopportuno?
PS: Sul TG3 hanno chiamato “discendenti” i manifestanti di Milano, peccato che fossero tutti italiani e che nella storica Brigata di italiani non ce ne fosse neppure uno.
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Mario Piazza