“E IO PAGO”

DI ANNA CALI’

 

“E io pago”,

la celebre frase del film “47 morto che parla” di Totò ci ha sempre portato alla riflessione e ci ha sempre fatto intuire che nella vita ci si ritroverà a pagare, ma mai avremmo pensato che a distanza di anni quella famosa frase sarebbe diventata un vero e proprio inno proprio su Totò ,eppure è successo!

Se per puro caso un giorno decidessimo di andare a visitare il cuore pulsante della città di Napoli potremmo renderci conto che nelle pizzerie, in numerosi ristoranti e anche in molte taverne la faccia di Totò riecheggia nei locali attraverso l’esposizione di una statuina, un quadro o anche la riproduzione stessa delle frasi sue più famosi ed è così che tutto ciò che diventa cultura e attrazione per i napoletani stessi e per i turisti che da 2 anni a questa parte non fanno altro che inondare le strade di Napoli, da oggi in poi, si correrà il rischio di non poter più incontrare quelle espressioni e quella faccia a causa di una diffida parte della famiglia dello stesso attore napoletano.

Il tutto è iniziato lo scorso anno quando i familiari decisero di diffidare i locali che avevano “sfruttato” il nome e l’immagine di Antonio De Curtis. Ed è così che ora il suo nome diventerà un vero e proprio brand. La decisione presa nel 2023 dal Tribunale di Torino ha dato ragione alla famiglia e ha concesso la possibilità di vietare anche il propagarsi della sua famosa poesia “‘A livella”. Inoltre, il tribunale ha disposto anche una multa di 200 euro per ogni violazione. La nipote Elena afferma che: “È una questione di rispetto per mio nonno. Ci imbattiamo ovunque, nei posti più impensati, nel suo nome e nelle sue foto utilizzati senza il minimo rispetto del diritto all’immagine”. Ed è così che ora la maggior parte dei locali presenti sul territorio napoletano e non si vedranno costretti a dover cambiare il nome.

Ma siamo sicuri che Totò avrebbe voluto ciò?

La stessa cosa accadde anche con l’arrivo di Diego Armando Maradona quando la Maradona Production, società che gestiva l’immagine di Diego, voleva far ritirare tutti gli articoli con la sua immagine e fu lo stesso giocatore a proibire ciò dichiarando che: “Qui la gente vive di queste cose”. E, col senno di poi, sicuramente anche Totò avrebbe fatto lo stesso perché il Principe aveva la stessa sensibilità, e generosità, del “Pibe de oro” verso un popolo che le inventa tutte per tirare a campare. Siamo certi poi che un ristorante con una sua espressione sul muro che ti accoglie mette di buonumore tutti e soprattutto chi viene dall’Estero può ben percepire il senso di appartenenza e gratitudine che la città di Napoli ha nei confronti dell’attore, poeta, comico, paroliere e non solo.

In tutto il mondo esiste l’abitudine di ricordare chi ha fatto la storia, è successo con Michael Jackson e non per ultima la Regina Elisabetta, dovrebbero pensare che non è uno scopo di lucro bensì un modo per continuare a ricordare anche col passar degli anni cosa ci hanno donato. Il problema è che stiamo perdendo qualsiasi tipo di buona usanza, cultura e soprattutto la memoria delle cose belle che a distanza di tempo ci fanno sorridere. E aveva ragione Totò quando diceva: “Questa è la vita! ‘ncapo a me penzavo… chi ha avuto tanto e chi nun ave niente!”

Nel frattempo però…. lui paga!

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Anna Calì