DEEP STATE

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Letteralmente “stato profondo”. Con questo inglesismo si definisce quell’insieme di sottopotere fatto di burocrati, di lobby e corporazioni, di associazioni legali come la massoneria o illegali come la mafia, che provano a sostituire l’azione del governo ufficiale.
Nulla di nuovo, se ne parlava già nell’antichità definendolo “imperium in impero” e Trotzky ne fece una strategia politica conosciuta come “dentrismo”. Nell’Italia repubblicana il Deep State ha causato tremende tragedie sociali ed economiche, basti pensare ai servizi segreti deviati, alla loggia P2 e all’anti-stato meridionale fatto di mafia, camorra e ndrangheta.
Ora c’è una novità. Grazie a questo tragicomico governo il Deep State in alcune sue forme ha smesso di essere una cancrena della democrazia per trasformarsi in un sistema di anticorpi da opporre all’illegalità istituzionalizzata.
Fanno parte del Deep State le procure che rifiutano la xenofobia dilagante, sono Deep State i pochi giornalisti d’inchiesta sopravvissuti, lo sono parte del clero e del corpo diplomatico, lo è la Corte dei Conti che denuncia i miliardi spesi in Ucraina mentre un decimo del paese è privo di qualsiasi sussistenza, diventa Deep State persino il Consiglio di Stato che rende pubblica la truffa delle spiagge e dei balneari.
E’ un’opposizione certamente più efficace e concreta di quella di PD e Cinquestelle, peccato non si riesca a farne un partito.