PRIMO MAGGIO, UN SOGNO SPEZZATO

CLAUDIO KHALED SER

 

Non é un giorno di festa, ma di riflessione.
Penso a tutti coloro che un LAVORO non ce l’hanno, a quelli che l’hanno perso, ai tanti che lo vorrebbero diverso.
Penso a coloro che ne sono rimasti vittime a causa di misure di sicurezza insufficienti, a condizioni precarie che mette il profitto prima della vita.
Penso a quelli che dalle coste africane fuggono in cerca di un lavoro che dia loro una speranza.
Non una Dignità ma solo il mezzo per sopravvivere.
Penso agli amici di Emergency, a quelli di Medici Senza Frontiere e a tutti gli altri che del lavoro ne hanno fatto una missione umanitaria.
Penso alle puttane costrette a vendere il proprio corpo, a far godere porci e maiali che incrementano con i loro soldi il turpe traffico degli esseri umani.
Penso a quelli che lo disonorano, eletti per guidare un Paese ed invece lo usano per i loro sporchi interessi personali.
Penso a te, “donna di casa” che ogni giorno ti occupi della famiglia, di un marito, dei figli e magari ti senti dire “beata te che non fai un cazzo tutto il giorno”.
Ed infine penso a chi ha fatto questo pane che sto mangiando, a tutto quello che c’é dietro, ai sacrifici che é costato e alle fatiche di chi mi permette d’averlo sulla tavola.
No, non é una festa.
E’ un sogno spezzato.
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Claudio Khaled Ser