IL PAESE DEI MANGANELLI

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

“Gestire l’ordine a manganellate è troppo facile e inquietante, ma si rischia anche di alimentare ulteriormente la tensione. Gli studenti possono essere presi a manganellate una volta, due volte, tre volte, ma poi dopo reagiscono anche loro.”
Parola di Giorgio Parisi, fisico, premio Nobel per la fisica nel 2021 per i suoi studi sui sistemi complessi, in particolare sugli stormi di storni.
La domanda è: di questo passo gli studenti metteranno da parte i modi gandhiani e inizieranno a difendersi?
È già accaduto.
La situazione ricorda da vicino i moti del ‘68, quando gli studenti a forza di prendere randellate cominciarono a reagire.
Dalla battaglia di Valle Giulia in poi.
È il 1° marzo 1968. Quattro-cinquemila studenti universitari, si radunano in Piazza di Spagna, a Roma, e marciano verso la Facoltà di Architettura di Valle Giulia per “liberarla” dalla presenza di poliziotti.
Ad attenderli c’è la celere. Per la prima volta gli studenti, reagiscono alle cariche della polizia.
Torniamo a Parisi e ai suoi studi sugli storni.
Spesso vicino agli storni appare il falco pellegrino, che cerca la sua cena. Nonostante il falco pellegrino sia un rapace con un’apertura alare di un metro, che può raggiungere in picchiata velocità superiori ai 200 chilometri l’ora, gli storni non sono una facile preda.
Una collisione in volo con uno storno, infatti, potrebbe provocare una frattura nelle fragili ali del falco. Il volatile non osa quindi entrare dentro lo stormo e cerca di acchiappare gli esemplari isolati ai bordi.
Alcune delle evoluzioni più spettacolari degli storni sono proprio causate dai loro tentativi di sottrarsi ai ripetuti attacchi del falco pellegrino.
Ecco, per non fare i cattivi maestri, suggeriamo agli studenti di praticare almeno l’arte della dissuasione: che facciano come gli storni con il falco pellegrino.
Serrati, compatti, organizzati. Magari con i caschi in testa.
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Alfredo Facchini