DA REDAZIONE
Dalla Redazione di ARTICOLO VENTUNO –
Renate Schroeder, direttrice della Federazione Europea dei Giornalisti, per prima cosa parla della Rai e dei rischi che sta correndo la libertà di espressione in Italia per il fatto che il Governo controlla la tv pubblica. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, lega la crescente censura in Rai al fatto che “non si vuole raccontare ciò che sta accadendo nel Paese, non si vuole parlare del lavoro precario, della povertà delle famiglie, anche se puoi a dircelo non sono i sindacati, no, ce lo ha detto l’Istat”. Vittorio Di Trapani, presidente della Fnsi ribadisce che c’è una cappa asfissiante attorno all’informazione in Italia. Daniele Macheda, segretario dell’UsigRai, apre (e poi chiude) la mattinata di sit in nella piazzetta antistante la Rai in viale Mazzini a Roma, una protesta fatta senza urlare ma mettendo confronto tantissime voci dell’economia, del mondo sindacale e della cultura e lo si fa il giorno in cui il consorzio Media Fredoom Rapid Response arriva in Italia, in via urgente per quello che è successo in Rai con la censura ad Antonio Scurati, il boicottaggio dello sciopero, l’indagine sui giornalisti de Il Domani e le minacce legali contro un numero impressionante di giornalisti. Sul palco si alternano davvero decine di voci. Ordine dei giornalisti del Lazio e nazionale, Libera, Legambiente, Uil, Articolo 21, Rete degli studenti medi, Amnesty Italia, Rete NoBavaglio, Fiom Cgil, Fondazione Megalizzi, cdr di Repubblica, Agi, Dire, Domani e ovviamente UsigRai e Fnsi.
Il palchetto è basso, ad azzerare ogni dislivello nella condizione dei giornalisti italiani che da tempo chiedono attenzione per le progressive restrizioni legislative. Nella piazza anche media internazionali, tra cui Le Monde, perché la deriva antidemocratica dell’Italia è molto evidente all’estero, almeno quanto viene (da molti) negata in Italia. Ad ascoltare ci sono i delegati della missione Mfrr in Italia, una missione contro le censure ma anche per cercare una qualche soluzione che inizi, appunto, dalla presa di coscienza.
La missione dura due giorni (16 e 17 maggio) e il momento di maggiore confronto pubblico è stato appunto quello di stamane nell’ambito dell’iniziativa dell’Usigrai, ma il calendario degli incontri è stato fittissimo con un’audizione anche presso la Commissione Giustizia. Il consorzio ha trovato difficoltà ad incontrare soggetti istituzionali per parlare della libertà di stampa in Italia e ciò è indicativo proprio dei problemi che non si vogliono affrontare.
(Nella foto in alto l’intervento di Riccardo Cucchi per Articolo 21 al sit in di questa mattina in viale Mazzini, nelle foto in basso altri momenti della manifestazione)
Dalla redazione di
16 Maggio 2024