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Dalla redazione di ARTICOLO VENTUNO –
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, può presentare un nuovo ricorso contro l’estradizione negli Stati Uniti, ha stabilito l’Alta Corte.
Gli è stato concesso il permesso di ricorrere in appello contro l’ordine di essere inviato negli Stati Uniti per essere processato per aver divulgato segreti militari, che secondo la procura hanno messo in pericolo vite umane.
La decisione significa che Assange sarà in grado di contestare le assicurazioni degli Stati Uniti su come verrà condotto il suo futuro processo e se il suo diritto alla libertà di parola sarà violato.
Gli avvocati di Assange si sono abbracciati in tribunale dopo la sentenza.
Lunedì scorso, la moglie del 52enne Stella Assange aveva detto alla BBC che sarebbe stato un giorno “decisivo” nella lunga battaglia legale.
I suoi avvocati hanno sostenuto che il caso contro di lui è motivato politicamente.
In una breve sentenza di questa mattina, due giudici senior gli hanno concesso il permesso di ricorrere in appello contro un’ordinanza precedente, stabilendo che è necessario che gli venga concesso un appello completo nel Regno Unito.
Assange, che attualmente si trova nella prigione di Belmarsh, avrà ora un certo numero di mesi per preparare il suo appello che riguarderà se i tribunali statunitensi proteggeranno o meno il suo diritto alla libertà di parola come cittadino australiano.
Sostiene che le sue rivelazioni nel 2010 hanno rivelato crimini di guerra da parte degli Stati Uniti.
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Dalla redazione di
20 Maggio 2024