Piaghe mentali

DI ORSO GRIGIO

REDAZIONE

 

Al tempo del virus avevo le idee molto chiare. Ero favorevole ai vaccini e credevo che avremmo dovuto affrontare quella battaglia unendoci più forte, creando un fronte comune vero, al di là dei proclami inutili e degli inni cantati dalle terrazze. Credevo insomma che avremmo dovuto essere una cosa sola, fare squadra e vaccinarci il più possibile perché ritenevo che quello fosse il solo modo di raggiungere l’obiettivo e uscire davvero migliori da quel disastro.
Appartenere, per usare un verbo a me caro.
Forse sbagliavo, o forse no, di sicuro in quei giorni mi arrivarono diverse palate di me*da.
E i fatti parlarono un’altra lingua dimostrando, al di là dell’essere pro o no vax, che non siamo capaci di appartenere a un cacchio, se non al nostro, e che oltre il becero individualismo non sappiamo andare.
Ma non per qualche forma di anarchia, né per spirito ribelle o per indole trasgressiva, che per noi trasgressione significa al massimo evadere le tasse e usare il cellulare in macchina. No, si tratta solo di egoismo, e nella sua forma peggiore. Quello che si nasconde dietro un tifo ottuso e ignorante, che dei problemi degli altri se ne sbatte le palle e che sarebbe disposto a barattare i peli del cu*o della propria madre legati a ciuffettini per un qualche tornaconto personale.
Nella nostra componente primaria siamo esseri piuttosto miserabili, bisogna dirlo.
Con la politica è uguale.
Non viene intesa come strumento fondamentale da usare per i propri diritti e nell’interesse di tutti, ma solo un mezzo di cui servirsi se ci fa comodo, se ci conviene. E solo per i nostri cacchi, ovviamente.
E infatti a votare ormai ci va meno della metà di quelli che dovrebbero.
Ora, che votino in pochi a me starebbe anche bene, a patto però che sappiano cosa vanno a fare, che conoscano il mondo in cui vivono e che superino un esame di ammissione alla cabina.
Ma non è così.
Quelli che ci vanno votano per lo più le Meloni e i Vannacci, i più lontani dai bisogni veri delle persone e dalla tutela dei loro diritti civili e sociali.
Gli altri stanno a casa, a pascolare sul divano, a lamentarsi di quanto il mondo sia ingiusto, di quanto le persone siano brutte e cattive, oltre naturalmente a rompere i coglioni all’universo ma senza mai agire, senza fare nemmeno un plissé perché le cose vadano in un altro modo. Forse la ridotta attività cerebrale gli causa delle piaghe mentali da decubito che gli ottenebrano la mente, o forse sono in attesa di un arcangelo che ammantato di un alone iridescente scenda sulla terra e metta tutto a posto.
O ancora, ed è quello che penso io, con i loro finti piagnistei in realtà prendono tutti per il culo, compreso loro stessi, perché le cose gli vanno bene così e non hanno alcuna intenzione di cambiarle davvero.
L’ipocrisia, come l’egoismo, è un’altra nostra componente primaria che ci rende ancora più miserabili.
Ma veniamo ordunque ai risultati, signori della corte.
Meloni ha vinto, e con lei ha vinto la destra, espressione inequivocabile della nostra ignoranza, ormai a livelli irraggiungibili.
Ha vinto anche Schlein, e mi fa piacere anche se non l’ho votata. Francamente nelle cose che ho più a cuore, come la pace e i bisogni delle persone, non vedo grandi differenze fra lei e quell’altra. E non le vedo perché non ci sono. La speranza è però che adesso, dimostrando vincente la propria linea, riesca a fare un po’ di pulizia.
Certo, le facce che andranno in Europa sono ancora le stesse, ma ci sono anche Cecilia Strada (benissimo) e Marco Tarquinio, anche se nel pd lui è un corpo piuttosto estraneo e credo che i primi a dispiacersi che sia passato siano proprio quelli del pd, visto che gli creerà, o così spero, qualche problema nella loro ottusa linea guerrafondaia.
Vincono anche Fratoianni e Bonelli, e di brutto. Felicissimo per Mimmo Lucano e Ilaria Salis. Per l’elezione di quest’ultima poi provo un intenso godimento quasi orgasmico nel vedere i rosicamenti e la stizza di certi fascistelli di merda.
Il Movimento 5S ha preso un’usciata di quelle epocali.
Ogni volta che mi sono azzardato a criticare Conte in molti vi siete incazzati come le bisce ritenendolo intoccabile, infallibile e forse perfino uno e trino. Quello che non capite è che in politica non è come in amore, dove si ama gratis. Il voto è prezioso, ha un valore importante ma chiede in cambio qualcosa. Non me ne frega un cacchio di criticare Meloni, perché non potrei votarla nemmeno morto, la mia mano avrebbe un ultimo sussulto e il dito medio scatterebbe in posizione eretta, ma con il partito che scelgo mi sento in diritto di pretendere, e poi pretendere di più.
Non starò certo a fare l’elenco delle caz*ate commesse in questi anni, a cominciare dalla regola del doppio mandato e dal “né destra né sinistra” o “uno vale uno”, slogan di una me*data totale, ma è piuttosto lungo e non poteva che portare a questo.
Se fossi qualcuno e Conte fosse un po’ meno presuntuoso, mi azzarderei a dargli qualche consiglio, ma rimarremo fieramente ognuno nelle proprie posizioni.
Gli ricordo solo, come lo ricordo a me stesso, che esistono comunque alternative.
Per lui lasciare e tornare alla sua prestigiosa professione, e per me votare altrove.
Forza Italia tiene perché invece dei vivi, che sono davvero poca roba, hanno votato un morto.
Sulla lega direi che non è Vannacci ad averla fatta vincere, visti i risultati piuttosto miseri, ma piuttosto che la lega ha fatto vincere lui facendone un trionfatore. Ora però chiedetevi che paese del ca*zo dev’essere se uno come Vannacci diventa un personaggio di tale rilevanza e si permette perfino, in una squallida apoteosi di rigurgiti fascisti, di irriderci e provocarci violentemente con la storia della decima.
Ad averlo saputo che gli italiani vogliono certa roba, al Bar avremmo candidato il Nocciolo. Lui bestemmia e basta, non sa fare altro, ma articola e abbellisce le sue litanie auliche con una grazia e un talento tali da renderle poesia pura.
Secondo me sarebbe passato a mani basse.
Renzi e Calenda ce li siamo finalmente levati di cu*o. E con loro Bonino, Sgarbi, Mussolini e Cecchi pavone.
Tutti personaggi che esistono solo in tv, soprattutto quella dei Porro e dei Parenzo, ma che fra la gente comune non se li incu*a più nemmeno il gatto.
Spero che il messaggio gli arrivi forte e chiaro e che in un residuo di dignità si facciano finalmente da parte e amen.
E che arrivi anche ai Porro e Parenzo suddetti e a tutto il circo del venghino venghino, ma questo rientra più nell’utopia che nella speranza.
Santoro ha orgogliosamente bruciato un due per cento di voti.
Del resto, il suo protagonismo esagerato lo esigeva.
Per il resto, l’Europa intendo, dico solo due cose.
La prima è che avrebbe dovuto essere la sinistra a criticare quell’inutile comitato d’affari bancario, scendiletto americano e ottusa servitù Nato, che si nasconde dentro quel nome. E invece.
E la seconda è che il paese più guerrafondaio di tutti, a giudicare dalle scelte fatte, a quanto pare è proprio il nostro.
Sono cose belle.
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Orso Grigio