Presenze & Assenze

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Quelli che dovrebbero essere i Grandi 7 della terra, si ritrovano tra i trulli pugliesi a discutere dei destini del mondo.
.
.
Più delle PRESENZE, quello che da subito appare distorto sono le ASSENZE.
Messa alla porta la RUSSIA (quarta potenza economica mondiale) ed ignorata la CINA (prima potenza economica mondiale), ci accontentiamo del CANADA, staterello pan-americano, famoso per lo sciroppo d’acero e le cascate del Niagara.
Dimenticata anche l’INDIA (terza potenza economica mondiale).
Difficile credere che lo “sviluppo mondiale” passi prima da Toronto che da Mosca o Pechino e, altrettanto difficile é far quadrare i conti ignorando l’impatto economico della RUSSIA , della CINA e dell’ INDIA che uniti rappresentano il 75% dell’economia mondiale.
Ma il circo del G7, per riempire lo spettacolo, ha provveduto ad inserire nel menù il pagliaccio di Kiev e l’illusionista vaticano.
L’accattone ucraino, sempre con la mano tesa in una sorta di paresi, chiederà ancora una volta soldi e i G metteranno mano alla borsa, sganciando dollari per continuare una guerra il cui esito finale é chiaro a tutti meno che a loro.
Sulla PRESENZA del Vaticano aleggia il mistero.
Di cosa parlerà il sommo?
Probabilmente della “frociaggine” unico tema che ultimamente (in modo molto sospetto) gli sta a cuore, meno probabile che parli seriamente dell’Intelligenza Artificiale, tema che spetta agli scienziati e non agli illusionisti.
Parlare dell’IA come fosse qualcosa di “metafisico” denota i limiti culturali di un mondo impreparato a gestirla.
L’IA è una parola, un’infrastruttura che ha bisogno d’investimenti, il G7 dovrebbe considerare l’IA come una sfida globale e non come un sfida dei singoli Paesi.
Per la sicurezza dello spazio, è un momento straordinario e nessun Paese dovrebbe portare avanti una politica spaziale da solo.
I 7G dovrebbero fare qualcosa a livello globale perché è un interesse di tutti e si deve investire in maniera coordinata, senza mettere alla porta qualcuno, soprattutto se parliamo di RUSSIA e CINA.
Poi parleranno di AFRICA.
E parlarne in modo globale come se fosse un’unica entità, é da sempre l’errore primario.
In Africa ci sono 54 diversi Paesi con diverse culture, differenti economie, diversi regimi spesse volte in totale contrasto tra loro.
Non si può guardare all’Africa come fosse una cosa sola, prima di parlare dell’Africa si deve conoscere l’Africa e prima di pensare ad uno scambio alla pari con questi Stati, dobbiamo restituire quello che abbiamo rubato per oltre cento anni.
Ma far passare questo concetto agli arroganti 7G é come scalare l’Everest.
Ve lo vedete Macron nei panni dell’umile interlocutore che mette in soffitta la discriminazione razziale francese?
Quindi, questa farsa di pseudo potenze si ritrova a discutere come fanno quattro amici al bar, chiacchere da osteria davanti ad un piatto di gustose orecchiette.
Ma il tutto con la presunzione d’essere i padroni del mondo.
Poveretti.
.
Claudio Khaled Ser