La Francia triste di Macron condannata a Le Pen? “Nouveau Front Populaire”

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Rem, dalla redazione di REMOCONTRO –

Centinaia di migliaia di francesi hanno manifestato ieri contro l’estrema destra in tutto il Paese, su invito dei sindacati, di numerose associazioni e dietro agli striscioni del ‘Nouveau Front Populaire’, la coalizione elettorale delle sinistre. Tutti i in piazza. A sorpresa si candida anche Hollande.

Anche il ‘calcio democratico’ tira a rete

“In tempi di europei di calcio post elettorali di quelli politici, l’appello di Marcus Thuram, attaccante dell’Inter e della nazionale francese diventa simbolo: «Bisogna andare a votare, e battersi giorno dopo giorno affinché il Rassemblement National non vinca», segnala Filippo Ortona sul Manifesto.”

Secondo la Cgt (la Cgil d’oltralpe, ma ancora più forte), almeno 600mila persone hanno marciato in tutta la Francia, delle quali 250mila a Parigi. Un «sussulto democratico e sociale» contro l’avanzata di Marine Le Pen, organizzato dal pezzo più grosso dell’intersindacale che l’anno scorso aveva guidato il movimento contro la riforma delle pensioni voluta da Macron. Bloccare il neofascismo alla Le Pen (col sostegno di un precario Salvini), ma anche dare un sonoro schiaffone elettorale al sempre meno amato Presidente presto in uscita.

La polizia col vizietto, ma solo la strada può vincere

Qualche incidente qua e là, a Parigi e a Nantes, quando la polizia si è scontrata con la testa del corteo e ha sparacchiato gas lacrimogeni, ma senza troppe conseguenze, se non di ulteriore rabbia politica. In testa al corteo parigino -Ortona testimone-, uno striscione dava il senso della piazza: «sans la rue pas de Front Populaire», senza la mobilitazione generale, il Front Populaire ha poche speranze.

L’unione delle sinistre mobilita

La base della sinistra francese, finalmente galvanizzata dall’unione delle sinistre e determinata a ostacolare l’arrivo dell’estrema destra al potere, è risultata determinante per spingere i vertici dei partiti, spesso litigiosi su dettagli ideologici o più brutalmente di potere, a concludere un accordo quasi ‘storico’, per dare all’alleanza della gauche una chance di vittoria nelle urne. Per arrivare ad un ballottaggio con la marea nera che inizia a far paura.

Non solo un No all’estrema destra

«Non diciamo solo ‘no all’estrema destra’, ma diciamo anche che vogliamo delle alternative sociali e progressiste, vogliamo l’aumento dei salari e delle pensioni, l’investimento nei servizi pubblici, vogliamo il progresso sociale e ambientale», precisa Sophie Binet, la segretaria della Cgt. E questo è il messaggio diretto al presidente Macron e ai suoi recenti ‘governicchi’.

I leader sfilano assieme ma i problemi restano

I leader dei partiti del Front hanno sfilato tutti assieme, dietro a un grande striscione nel mezzo del corteo. «Emmanuel Macron ha voluto dividerci, ma in realtà ci ha riunito assieme», hanno dichiarato in molti, promettendo -la Marine verde Tondelier-: «spegneremo la fiamma del Front National», in riferimento al simbolo del partito lepenista, ispirato alla fiamma dell’Msi che ancora compare anche in Italia. Promesse e ottimi propositi, ma alcuni problemi atavici di separatismi ideologici resistono. Il Front Populaire, impegnato a depositare le liste dei candidati proprio in questi giorni, con problemi sui alcuni nomi ‘difficili’.

Le liste dei candidati, e il colpo Hollande

Mentre i manifestanti marciavano in tutto il paese, a sorpresa, l’ex presidente François Hollande ha annunciato la propria candidatura. Sorpresa anche per il leader socialista Olivier Faure, che in tv inghiotte e accoglie, «dal momento che sostiene la coalizione, l’essenziale è essere aperti a ogni tendenza». L’ex-presidente di cui Macron è stato per un breve tempo il ministro dell’economia, che parte subito all’attacco: «necessario prendere una decisione eccezionale, di fronte a una situazione eccezionale».

Candidature controverse

Alla candidatura di Hollande, figura della destra del partito socialista detestato da una buona fetta della sinistra francese, si è aggiunta a un’altra candidatura controversa: quella di Aurélien Rousseau, ex-capo di gabinetto dell’ex vituperata premier Élisabeth Borne e tra gli artefici della riforma delle pensioni di Macron, poi uscito in polemica con governo e presidenza a dicembre. Rousseau è sostenuto da Place Publique, il partitino di Raphaël Glucksmann, capolista del Ps alle elezioni europee. Una sorte di Psdi parigino.

Nemico nero, ma anche tanti conti interni da saldare

La France insoumise, ‘La Francia indomita’ di Jean-Luc Mélenchon deciso di non ricandidare alcuni deputati di lungo corso, come Alexis Corbière e Danielle Simonnet. E quest’ultima ha denunciato una «purga» in piena regola, per tagliare fuori dal partito delle figure troppo critiche nei confronti del leader. Scompiglio tra gli alleati, che hanno invitato Lfi a reintegrare i «purgati», che hanno annunciato di candidarsi lo stesso. Candidati esclusi e candidati di troppo, come Adrien Quatennens, deputato di Lille, riconfermato nonostante la condanna nel 2022 per violenze domestiche e le critiche dei movimenti femministi.

Eterni nemici ed antichi vizi

“Tentando di capire: la sfida di Macron riaccende la rabbia della Francia, la sinistra che va in piazza unita anche contro di lui. L’unità popolare del ‘Front’, e ancora le piccole le partite di potere di vertici spasso screditati e di prestigio decisamente limitato, mentre l’onda nera di Le Pen e camerati minaccia la Francia e l’Europa.”

 

https://www.open.online/2024/06/15/francia-marcia-sinistra-vs-le-pen-bardella-video/

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Articolo a firma Rem, dalla redazione di

16 Giugno 2024