Quanto contano i numeri nella propaganda?

DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI

P. F Pennati

Leggo pareri contrastanti sui risultati della conferenza per la pace in Ucraina di Lucerna, primi su tutti il grande successo di adesione e di consensi..

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Ma quanto vale tutto ciò?

Se pensiamo che il G7 vale circa il 40% del PIL mondiale, quale è il senso di fare una conferenza di pace con così tante nazioni?

Propaganda?

Forse, purtroppo, però, a conti fatti anche questa è andata davvero male.

Tralasciando le assenze eccellenti e/o coinvolte nel conflitto e le loro ragioni e tralasciando anche la dimensione trascurabile sia di PIL che di popolazione di stati firmatari come Palau, San Marino, Monaco o il Liechtenstein, se uno vale uno, almeno per la propaganda, i comunicati ufficiali parlano di 78 stati firmatari e “solo” 15 non firmatari, tra i quali 13 sottoscrittori della prima ora e due che hanno oggi ritirato la firma.

Un successone, si direbbe, ma, a ben guardare, le cose non stanno proprio così…

Per capire di cosa parliamo, il paragone non può essere che con il numero degli Stati membri ONU, che sono 192, di questi 91 erano presenti e 101 no, tra i presenti figuravano anche lo stato del Vaticano, che è solo osservatore all’ONU, ed il Kosovo, che non ne fa parte, oltre, ovviamente, alla Commissione Europea che non è uno stato.

Se consideriamo questi numeri, indipendentemente dal contenuto della dichiarazione finale, gli Stati firmatari sono stati effettivamente 78, incluso il Kosovo e la Commissione Europea, e quelli non firmatari 116, incluso il Vaticano.

A questo punto, se uno vale uno, 78 a 116 non pare già una grande vittoria, anche se poi, ovviamente, ci sono le questioni rispetto a PIL, armamenti e scambi commerciali, ma di quelli la propaganda non parla per non farci capire che ci stanno coglionando alla grande…

Guardando i numeri sotto l’aspetto della propaganda oggi divulgata, quindi, a fare la pace facendo la guerra pare siano sempre i soliti noti… ora, però, aspettiamo la risposta dei Paesi assenti e speriamo non siano bombe sempre più potenti.

Pierluigi Ferdinando Pennati

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Nel frattempo, per chi volesse approfondire, di seguito il testo del comunicato congiunto sulla pace in Ucraina, che non pare parlare né di pace, né di guerra e tantomeno è costruito sul caso in Ucraina… In compenso i partecipanti sono rimasti soddisfatti del menù servito nonostante in Svizzera non siano famosi per il cibo.

Vertice sulla pace in Ucraina: comunicato congiunto su un quadro di pace Bürgenstock, Svizzera 16 giugno 2024

La guerra in corso della Federazione russa contro l’Ucraina continua a causare sofferenze e distruzioni umane su larga scala e a creare rischi e crisi con ripercussioni globali. Ci siamo riuniti in Svizzera il 15 e 16 giugno 2024 per rafforzare un dialogo ad alto livello sui percorsi verso una pace globale, giusta e duratura per l’Ucraina. Abbiamo ribadito le risoluzioni A/RES/ES-11/1 e A/RES/ES-11/6 adottate all’Assemblea generale delle Nazioni Unite e abbiamo sottolineato il nostro impegno a rispettare il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. Questo vertice si è basato sulle precedenti discussioni che si sono svolte sulla base della formula di pace dell’Ucraina e di altre proposte di pace che sono in linea con il diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite.

Apprezziamo profondamente l’ospitalità della Svizzera e la sua iniziativa di ospitare il vertice ad alto livello come espressione del suo fermo impegno a promuovere la pace e la sicurezza internazionali.

Abbiamo avuto uno scambio proficuo, completo e costruttivo di opinioni diverse sui percorsi verso un quadro per una pace globale, giusta e duratura, basata sul diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite. In particolare, riaffermiamo il nostro impegno ad astenerci dalla minaccia o dall’uso della forza contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, i principi di sovranità, indipendenza e integrità territoriale di tutti gli Stati, compresa l’Ucraina, all’interno dei loro confini internazionalmente riconosciuti, comprese le acque territoriali, e la risoluzione delle controversie con mezzi pacifici come principi del diritto internazionale.

Inoltre, abbiamo una visione comune sui seguenti aspetti cruciali:

  1. In primo luogo, qualsiasi uso dell’energia nucleare e degli impianti nucleari deve essere sicuro, protetto e compatibile con l’ambiente. Le centrali e gli impianti nucleari ucraini, compresa la centrale nucleare di Zaporizhzhia, devono operare in modo sicuro e protetto sotto il pieno controllo sovrano dell’Ucraina e in linea con i principi dell’AIEA e sotto la sua supervisione.

Qualsiasi minaccia o uso di armi nucleari nel contesto della guerra in corso contro l’Ucraina è inammissibile.

  1. In secondo luogo, la sicurezza alimentare globale dipende dalla produzione e dall’approvvigionamento ininterrotti di prodotti alimentari. A questo proposito, la navigazione commerciale libera, completa e sicura, nonché l’accesso ai porti marittimi nel Mar Nero e nel Mar d’Azov, sono fondamentali. Gli attacchi alle navi mercantili nei porti e lungo l’intera rotta, nonché contro i porti civili e le infrastrutture portuali civili, sono inaccettabili.

La sicurezza alimentare non deve essere strumentalizzata in alcun modo. I prodotti agricoli ucraini dovrebbero essere forniti in modo sicuro e gratuito ai paesi terzi interessati.

  1. In terzo luogo, tutti i prigionieri di guerra devono essere rilasciati mediante uno scambio completo. Tutti i bambini ucraini deportati e sfollati illegalmente, e tutti gli altri civili ucraini che sono stati detenuti illegalmente, devono essere restituiti all’Ucraina.

Riteniamo che il raggiungimento della pace richieda il coinvolgimento e il dialogo tra tutte le parti. Abbiamo pertanto deciso di intraprendere in futuro passi concreti nei settori summenzionati con un ulteriore impegno dei rappresentanti di tutte le parti.

La Carta delle Nazioni Unite, compresi i principi del rispetto dell’integrità territoriale e della sovranità di tutti gli Stati, può servire e servirà da base per raggiungere una pace globale, giusta e duratura in Ucraina.

Elenco dei paesi che sostengono il comunicato congiunto

Status 16 giugno 2024

Albania, Andorra, Argentina, Australia, Austria, Belgio, Benin, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Capo Verde, Canada, Cile, Comore, Costa Rica, Costa Rica, Costa d’Avorio, Consiglio d’Europa, Croazia, Cipro, Cechia, Danimarca, Repubblica Dominicana, Ecuador, Estonia, Commissione europea, Parlamento europeo, Figi, Finlandia, Francia, Gambia, Georgia, Germania, Ghana, Grecia, Ungheria, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Giappone, Kenya, Kosovo, Lettonia, Liberia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Moldova, Monaco, Montenegro, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord, Norvegia, Palau, Perù, Filippine, Polonia, Portogallo, Qatar, Repubblica di Corea, Romania, Ruanda, San Marino, São Tomé e Principe, Serbia, Singapore, Repubblica slovacca, Slovenia, Spagna, Suriname, Svezia, Svizzera, Timor Est, Türkiye, Ucraina, Regno Unito, Stati Uniti, Uruguay,

Ultimo aggiornamento 16.06.2024
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