Viva la bandiera!

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

No cara presidento.
Avvicinare una bandiera non è una provocazione.
Se lei e i suoi “camerati” foste coerenti con le valanghe di minch*ate che avete diffuso fra i babbioni che vi seguono e vi votano, a chi vi avvicinasse una bandiera di quella che chiamate patria, bandiera colorata del sangue di chi donò la propria vita per unirla e sottrarla al dominio straniero, riservereste un abbraccio, non pugni e calci.
E quella che lei chiama “reazione” e i giornalisti inscritti nei vostri libri paga hanno definito rissa, non è stata l’una né l’altra cosa. Si è trattato semplicemente di una volgare e vile aggressione. Esattamente quello ch’è scritto e indicato nel “manuale del buon fascista”. E che, molto probabilmente, è la lettura ch’è stata consigliata a lei e i suoi “camerati”, ma che continua a essere consigliata a tutti quelli che frequentano e hanno frequentato le sezioni del suo partito. D’altra parte basta guardare il servizio di Fanpage per capirlo.
Lei la chiama provocazione perché, forse, si rende conto di stare attuando, insieme ai partiti che formano il suo governo, un programma di separazione, di divisione, del nostro paese. Autonomia differenziata docet. E di sottoporre, di fatto, il nostro Paese alla influenza straniera. Esattamente il contrario di quello per cui diedero la vita i martiri risorgimentali.
E allora sì, le di atto di tanta consapevolezza e, sì, la capisco. Avvicinare la bandiera italiana a un membro del vostro governo equivale a una provocazione. Così come ho capito che l’uso della violenza è nel vostro DNA. Solo che a Calderoli la bandiera italiana fa schifo, mentre lei su quella bandiera ha costruito il suo astratto e metafisico sovranismo. Per raccattare voti. Tradendo poi, tutto ciò che ha enunciato in campagna elettorale. E non solo.
Avrebbe dovuto lasciare solo Calderoli con la sua repulsione alla NOSTRA bandiera. Invece lei e i suoi “camerati” avete voluto difenderlo e aggredire il portatore di quella bandiera. Per quella che lei ha chiamato “provocazione” ammettendo quindi, implicitamente, che a voi tutti la sola vista di quella bandiera causa VERGOGNA.
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Giancarlo Selmi