Il fronte libanese

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Com’era ampiamente previsto, di tregua in Palestina non se ne parla più.
Il trio delle meraviglie (Usa/Egitto/Qatar) ha chiuso le stanze del dialogo dopo essersi reso conto che le posizioni tra i Palestinesi e gli ebrei sono inavvicinabili.
Si é scoperta l’acqua calda.
Mentre continuano i raid criminali contro il Popolo che anche ieri hanno causato 32 morti nel campo profughi di Rafah, una parte dell’esercito israeliano sta prendendo di mira il sud del Libano, convinto di poter sterminare anche gli Hezbollah.
Gli americani si son fatti prudenti.
Conoscono le capacità militari degli Hezbollah, la loro capacità di fuoco e la loro determinazione di voler distruggere Israele.
Per questo invitano gli ebrei alla prudenza e a non fare gesti avventati.
Ma il boia di Tel Aviv non vuol sentire ragioni, offuscato nel delirio della sua presunta onnipotenza, intende sferrare un attacco su Beirut, ignorando che la risposta libanese potrebbe scatenare una controffensiva molto ma molto dolorosa per gli ebrei.
Una timida voce di dissenso arriva anche da Shaul Goldstein, AD dell’Israel Electric Company, “il Paese sarebbe del tutto impreparato”.
Goldstein ha infatti spiegato che “la rete elettrica non è strutturata per reggere una guerra con Hezbollāh”, e ha aggiunto che “per come è strutturato il paese, dopo 72 ore senza elettricità Israele diventerebbe inabitabile”.
Da considerare infine che il famoso scudo “iron drome” che dovrebbe proteggere gli ebrei dai bombardamenti libanesi, non reggerebbe l’urto continuo dei missili di Hezbollah, annientando quindi la capacità israeliana di rispondere al fuoco.
Malgrado in occidente venga spesso liquidato come gruppo terrorista, Hezbollāh è un movimento molto ben strutturato e assai impegnato anche a livello sociale e politico.
I suoi candidati partecipano alle elezioni legislative ed alcuni suoi rappresentanti siedono come ministri nella compagine governativa.
L’ala politica è attiva in campo sociale, soprattutto nell’istruzione, nell’assistenza sanitaria e in quella economica, e ha avuto un ruolo determinante nella ricostruzione delle abitazioni e delle infrastrutture del Libano del Sud, a più riprese distrutte da Israele in questi ultimi trent’anni.
Gode quindi di un appoggio popolare che non si può ignorare, come non si può nascondere quello che appoggia Hamas in Palestina.
L’eventuale guerra contro il Paese dei Cedri potrebbe segnare un punto di non ritorno nella guerra dato che esiste un patto militare tra il Libano e l’Iran.
Ma di tutto questo, il folle ebreo sembra non rendersene conto.
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Claudio Khaled Ser