Schiavi

DI ALFREDO FACCHINI

Alfredo Facchini

 

Nell’Agro Pontino, dove ha perso la vita Satnam, lavorano ufficialmente 14 mila braccianti, ma altrettanti sono gli invisibili.
Si spaccano la schiena nei campi 14 ore al giorno. La paga si aggira intorno ai 4 euro all’ora.
Secondo l’Istat un bracciante su quattro in Italia lavora in nero.
Quella del caporalato è una economia che si poggia sulle spalle di 250 mila braccianti senza contratto e senza diritti.
Oltre 50 mila sono donne e vengono pagate il 20/30% in meno degli uomini. Il 30% non sono migranti extra-comunitari.
La geografia dello sfruttamento selvaggio copre tutta l’Italia: dalla Capitanata foggiana alle campagne piemontesi di Saluzzo, dal Ragusano al Metapontino, dal Fucino abruzzese al Veneto.
Delle oltre 400 aree di caporalato censite dall’Osservatorio Placido Rizzotto, più della metà sono al Nord.
Alla faccia dell’Autonomia differenziata.
Condizioni di lavoro non regolare, nero o grigio, portano con sé inevitabilmente oltre allo sfruttamento, grandi rischi rispetto alla salute e alla sicurezza. Dove c’è irregolarità c’è un aumento esponenziale degli incidenti anche mortali.
Il lavoro sotto ricatto, sfruttato, è sempre lavoro insicuro. Le chiamano morti bianche, ma sono omicidi, altroché.
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Alfredo Facchini