Giorgia Meloni e le bugie sull’autonomia differenziata. Il Meridione sarà devastato

DI GIOACCHINO MUSUMECI

Gioacchino Musumeci

 

Immagino che pochi si siano disturbati a leggere il DDL sull’autonomia differenziata. E’ tragico doversene occupare ma per per offrire informazione ci si deve inserire nello scenario in cui spiccano gli orrori pronunciati dai tragicomici Sangiuliani e Vannacci d’Italia.
Meloni dovrà rispondere di una miserabile truffa normativa ai danni di poveracci ingannati dalla nascita: il DDL Calderoli ventila aria fritta fin dall’esame introduttivo dei LEP in base all’impianto normativo preesistente. Questo, secondo la logica “imbecillocratica” italiana, è scollato dal triste piano terrestre comune ai cittadini della Repubblica. Per esempio nello specifico delle prestazioni essenziali di tutela della salute il DDL spacca Italia fa riferimento al decreto 502/92, altro esempio accademico di promettente ghirigoro a cui far seguire il vuoto.
Basti pensare al comma 2 dell’art 1 del fondamentale decreto su cui poggia il DDL Calderoli: dichiara nero su bianco che il servizio sanitario nazionale assicura “i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal piano sanitario nazionale nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell’equità nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse.”
Come si vede la norma entusiasta stride con le attese a cui è costretto il cittadino per accedere alla diagnostica strumentale elementare. Un anno d’attesa per un’ecografia vescicale significa, per esempio, che un sospetto tumore nel frattempo sarà progredito quanto basta per uccidere il paziente o costringerlo a un percorso terapeutico in cui la tutela dell’individuo, in condizioni tutt’altro che dignitose, è affidata ai cittadini per assenza di risorse nel sistema sanitario che dovrebbe tradurre in fatti le promesse esposte nei decreti.
Tra i paradossi più virulenti del DDL c’è quello dell’art 3 Comma 1: “(Determinazione dei LEP ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione) 1. Ai fini dell’attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, i livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale (LEP) e i relativi costi e fabbisogni standard sono determinati con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, secondo le disposizioni di cui all’articolo 1, commi da 791 a 801, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, nelle materie o negli ambiti di materie indicati con legge.”
Intanto fa pena che “il premier”, in concertazione con la cabina di regia, strumento criticato dalla Meloni durante la pandemia, determini con uno o più decreti del presidente del consiglio o DPCM (altro strumento orripilante contro cui sbraitava Meloni ai tempi di Conte) i livelli essenziali delle prestazioni nelle materie previste della legge. Non solo: i cantori dell’autonomia differenziata, Meloni compresa, promettono il superamento del principio della spesa storica per il calcolo dei LEP ma è falso. Nel paragrafo b del comma 793 dell’art 1 si legge che la cabina di regia “effettua, con il supporto delle amministrazioni competenti per materia, una ricognizione della spesa storica a carattere permanente dell’ultimo triennio, sostenuta dallo Stato in ciascuna regione per l’insieme delle materie di cui all’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, per ciascuna materia e per ciascuna funzione esercitata dallo Stato”.
Ne deriva che i LEP saranno calcolati in base a quanto ciascuna regione avrà speso in un triennio a seconda delle risorse disponibili. Per coloro che non hanno voglia di pensare troppo significa che se per fare la spesa ho usato mediamente 100 € negli ultimi tre anni, per il resto della vita non potrò spendere di più anche se la mia famiglia cresce. Potrò’ acquistare meno e tutti mangeranno meno. Nella logica del sistema economico attuale poi 100 € oggi equivarranno a una cifra inferiore domani. Inoltre se 100 € sono sufficienti per un livello di prestazioni basiche per numero di abitanti, stabilito con DPCM che 100 è ciò che mi serve, non avrò risorse da investire per crescere. Stabilire i LEP secondo la spesa storica equivale a cristallizzare le prospettive delle regioni povere, né più né meno. Questo prescrive la legge che non supera di un millimetro le criticità del Paese, anzi le aggrava. Chi ha speso meno continuerà a spendere meno, cioè il meridione avrà sempre meno del settentrione.
No grazie!
.
Gioacchino Musumeci