Il tarlo

DI MARIO PIAZZA

Mario Piazza

 

Ciò che scrivo oggi ha il valore di una lettera di scuse, rivolte a due persone che considero grandi amici. Cesare e Philip con cui ho condiviso tanto tempo e grandi esperienze ma ne potrei aggiungere molte altre a cui ho sempre riservato stima e simpatia, tutte accomunate da religione o cultura ebraica.
Devo chiedere loro perdono perché dentro di me sento rosicchiare quel tarlo orribile che chiamiamo antisemitismo, un subdolo insetto capace di distruggere anche il legno più imponente. Antiche navi, maestose credenze e pianoforti a coda.
Credevo che la mia formazione politica e culturale mescolate con la conoscenza della storia e con l’istintiva solidarietà verso la comunità più perseguitata del pianeta fossero un insuperabile insetticida contro quel tarlo, non potevo immaginare che le indicibili atrocità che da nove mesi Israele sta consumando in Palestina avrebbero dato il via a una metamorfosi innaturale che ha trasformato quel tarlo in uno scorpione lungo tre metri, e un mostro del genere è difficile da tenere a bada.
Quello scorpione velenoso che vorrei vedere schiacciato sotto il tacco del loro stesso dio nasce in Israele e sventola con orgoglio la bandiera con la stella di Davide, la stessa in cui tutto il mondo ebraico si riconosce e io questa pedestre equazione non riesco più a fermarla per la rabbia, per il dolore e per la mia impotenza..
Fermatela voi se potete, amici miei. Ammainate quella bandiera almeno fino a quando Israele non avrà superato questa orrenda ondata di follia assassina.
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Mario Piazza