Un bicchiere tutto pieno

DI ANTONELLO TOMANELLI

ANTONELLO TOMANELLI

 

Forse per qualche anno i croati ci odieranno, per averli agguantati a pochi secondi dalla fine e inchiodati su un pareggio che in realtà sa di sconfitta beffarda, essendo costata la loro inopinata eliminazione da Euro 2024, dopo che per 90 minuti l’Italia non aveva prodotto praticamente nulla.
A ben vedere, il modo in cui la Croazia era andata in vantaggio all’inizio del secondo tempo ricorda un po’ un «trova le differenze» concepito per un bambino di 3 anni. Un gigantesco Donnarumma aveva appena respinto un rigore a Modric. L’azione era proseguita senza interruzioni con una manovra della Croazia, mentre i nostri calciatori erano ancora in preda all’euforia per l’impresa di Gigione. Infatti, passano 20 secondi ed ecco arrivare dalla destra un morbido cross per la testa di qualche croato. Bastoni, in piena crisi demenziale, anziché liberare di testa, si abbassa, facendosi così scavalcare dal pallone che giunge tra i piedi di Budimir. Il croato rimanda a dopo i ringraziamenti per il regalo di Natale fuori stagione e spara al volo su Donnarumma, che però compie un ulteriore prodigio.
Ma nei pressi c’è Modric, il più grande calciatore croato della storia, che non a caso è l’unico, tra i cinque o sei che interagiscono con l’azione, a intuire dove sarebbe finito il pallone respinto da Donnarumma. Infatti, è il più lesto ad arrivarci. E per lui insaccare da quella posizione è un gioco da bambini.
La voglia non manca, ma è la qualità degli azzurri a scarseggiare, a fronte del collettivo croato tecnicamente superiore.
A parte Donnarumma, Barella, Calafiori e Chiesa, che però non è quello di Euro 2020, le prestazioni dei singoli sono piuttosto desolanti, tanto quanto incomprensibili gli ordini impartiti a voce da Spalletti, che non si capisce cosa vuol dire quando viene intervistato, figuriamoci quando si sgola dalla panchina. Non a caso è uno dei migliori di questo torneo, Calafiori, che sarebbe un difensore centrale, ad inventarsi in extremis l’idea per il pareggio.
Ad abbondante recupero ormai esaurito, Calafiori si avventura palla al piede fino ai limiti dell’area avversaria, per servire un pallone nei pressi del vertice destro a Zaccagni, entrato da pochi minuti, uno che Spalletti seguita a tenere in panchina. Zaccagni impatta al volo di piatto destro scavalcando il portiere croato e infilando una micidiale palla a giro sotto l’incrocio più lontano.
I croati non credono ai loro occhi. Si sono fatti raggiungere a 40 secondi dalla fine del recupero da una squadra che per tutta la partita aveva impensierito il loro portiere soltanto una volta.
E piangono, più che comprensibilmente. Mentre l’Italia festeggia, pensando già alla Svizzera, che incrocerà sabato agli ottavi di finale. Ma quella armata Brancaleone che nemmeno arrivava a disputare mondiali e europei, non è che un pallidissimo ricordo. E mancherà proprio Calafiori, ammonito al 94° per uno stupido fallo quando era già diffidato.
Insomma, a meno di improvvisi scuotimenti, ho l’impressione che sabato l’Italia avrà ancora bisogno di un sedere grosso quanto il suo debito pubblico per poter sperare di accedere ai quarti di finale.
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Antonello Tomanelli
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Nella foto l’esultanza degli azzurri dopo il gol del pareggio che vale la qualificazione agli ottavi.