DI GIANCARLO SELMI
I “segreti” di Renzi sono ormai diventati un pezzo di storia mai rivelata, di questo Paese. E continuano ad aumentare.
È il momento della tragica vicenda di Giulio Regeni a entrare nel baule dei “segreti” dell’ex Presidente del Consiglio. Audito dalla Commissione Parlamentare istituita appositamente per il caso Regeni, Renzi dichiarò di essere venuto a conoscenza della scomparsa del ricercatore italiano, “solo” il 31 gennaio.
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Renzi davanti alla Commissione Parlamentare per il caso Regeni
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Report però viene in possesso di un messaggio cifrato, inviato dall’Ambasciatore italiano in Egitto, Maurizio Massari, nel quale si informava la Presidenza del Consiglio della avvenuta scomparsa, in data 28 gennaio. Quindi ben tre giorni prima rispetto alla data dichiarata in audizione da Renzi.
Alla domanda, fatta da un giornalista di Report, sulla curiosa discrepanza di date, il solito Renzi, con la solita aria da padrone delle ferriere e la solita arroganza, oppose un rifiuto a rispondere. Garantendo che avrebbe confermato in sede giudiziaria la data fornita in audizione.
Renzi è la rappresentazione plastica di quello che è diventato il potere in Italia. Un insopportabile autoreferenzialismo degno del peggior Marchese del Grillo. Neppure la gravità della vicenda e la misteriosa morte di un cittadino italiano, smuove il personaggio né impedisce i suoi odiosi sorrisetti sardonici, con relativa esibizione di denti accavallati.
La replica di Report con l’inchiesta citata, andrà in onda oggi.
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Giancarlo Selmi