DI GIOACCHINO MUSUMECI
Il famoso giornalista rappresenta perfettamente una contraddizione molto italiana: così come il Paese si ripiega e il settentrione fagocita le prospettive meridionali rigettandone le spoglie cadaveriche, la cultura, in persone disturbate, può divorare sé stessa come un cannibale compulsivo e masochista di cui non restano che macchie da ripulire e poi dimenticare.
Dopo un patetico Nicola Porro che in veste di maschione ingolfato sulle pippe adolescenziali, per altro affossato sui social, critica la Rackete non depilata al punto giusto, Il povero Feltri, palesemente invecchiato male e di cui provare compatimento piuttosto che lo schifo a cui anela inspiegabilmente, forse ha perduto il senso dell’esistenza grama. E nell’eroico sforzo di aggrapparsi a un flebile moto cardiaco, si produce in esercizi di autoflagellazione sorprendenti a evidenziare – da scuola meloniana a sua insaputa – la disperazione per la decadenza fisica e mentale. E’ ufficiale: a Vittorio non gli si alza il pensiero neanche con le flebo di Viagra. Usasse il cervello quando scrive, forse sarebbe un’altra cosa?
L’ultimo dei suicidi Vittoriani è nella critica superpelosa e razzista all’abbigliamento della Salis. Si rasenta il piano più sotterraneo della miseria concettuale illuminata, data l’abisso oscuro da cui proviene, niente meno che dalla luce smorta del razzismo stellare. Scrive il Vittorio Feltri: “La Salis vestita come una cameriera di Catanzaro, proprio la cosa più bassa che si possa immaginare”.
Dunque l’abbigliamento della cameriera di Catanzaro è la cosa più bassa che si possa immaginare. Il sindaco della cittadina fa bene a querelare perché è nitido il tentativo di offendere la persona e la professione di cameriera meridionale indicata precisamente nella città di Catanzaro.
Non mi aspetto alcun moto d’orgoglio dai calabresi leghisti, confusi tra autonomia e raccolta differenziata. Questi figuri senza spina dorsale sono felici che la Rackete sia definita da Salvini “zecca tedesca” e che il Cdx ,meschinamente immemore dell’abusivismo milionario di Casa Pound o FDI a colle Oppio, indichi il pendaglio da forca Salis. Da certi bassi papaveri meridionali, complessati e irrorati col pregiudizio nordista, mi aspetto lingue pendule sui deretani dei padroni. Ma dato che l’Italia s’è fatta col tradimento nulla di nuovo.
Ringrazio invece il sindaco di Catanzaro per la querela a un uomo indecente. Vittorio Feltri, protetto dai padroni non ha mai avuto senso della misura, e , strapagato per insultare, ha fatto della professione di giornalista il cesso putrido di uno sgherro mediatico piscione che da un bel pezzo non fa centro.
Viva l’Italia dei boccaloni, creduloni.
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Gioacchino Musumeci