Le bolle “Hamas free”, per aprire la strada ai coloni nella Striscia

DA REDAZIONE

REDAZIONE

 

Vittorio Da Rold dalla redazione di REMOCONTRO –

Ci sarebbe un progetto pilota militare israeliano per creare ‘enclaves umanitarie’ per i civili di Gaza non affiliati ad Hamas che sarà lanciato in due città del nord di Gaza, segnala il Domani. Si tratterebbe di ‘bolle Hamas free’ -il prudente condizionale di Vittorio Da Rold- «anche se alcuni funzionari israeliani hanno manifestato il loro scetticismo sul fatto che il piano possa aprire la strada verso una nuova stabilità nella martoriata Striscia».
I generali contro Netanyahu, e un bilancio mostruoso del macello Gaza: 37,953 i morti e più di 87mila i feriti palestinesi negli attacchi dell’esercito israeliano nella Striscia.

 

“Hamas Free” e coloni in cambio?

Il piano per creare ‘bolle’ libere da Hamas, in cui i palestinesi locali assumerebbero lentamente le responsabilità della distribuzione degli aiuti, sarebbe inizialmente attuato a Beit Hanoun e Beit Lahia, ha riferito lunedì il Financial Times. Il piano, che si integrerebbe con un piano postbellico per affidare aspetti del controllo di Gaza all’Autorità Palestinese e agli stati arabi moderati, sarebbe stato accolto con molto scetticismo da ex funzionari e da altri che hanno conoscenza con i piani stessi ha riferito il Times of Israel.

Fantasia pelosa

In realtà il piano sulle bolle ‘Hamas free’ è una totale fantasia completamente irrealizzabile, un progetto utile solo a rimandare ogni soluzione realistica sul dopo guerra e più probabilmente preparare il terreno all’arrivo dei coloni nella Striscia, il vero obiettivo dei due ministri ultra-ortodossi della estrema destra messianica, il ministro della Sicurezza nazionale e leader di ‘Potere ebraico’ Itamar Ben Gvir e il ministro delle Finanze e leader di ‘Sionismo religioso’ Bezalel Smotrich. I due ministri di destra radicale del governo Netanyahu hanno fin dall’inizio attaccato il Piano Usa e di Paesi arabi per la nascita di uno Stato palestinese e sognano di espandere il numero dei coloni nei territori occupati.

Coloni, braccio armato per operazioni sporche

Gli stati Uniti, l’alleato chiave di Israele, sono da ritenersi in gran parte responsabili della situazione perché hanno fatto partire il processo di pace nei primi anni Novanta per poi affossarlo meno di un decennio dopo e per oltre 20 anni non hanno fatto più nulla per ravvivarlo. Ora il presidente Biden parla della soluzione a due stati, ma c’erano 120mila coloni nei primi anni Novanta in Cisgiordania, e ora ce ne sono 6-700mila.

Strapotere senza limiti e ritegno

Gaza nel frattempo è ridotta a una landa desolata, con una ricostruzione che impiegherà decenni. Inoltre non c’è alcun sentore di moderazione nella politica israeliana. I potenziali successori del premier Netanyahu sono comunque sulla sua stessa linea. Paradossalmente, l’ultimo uomo politico a tentare di muovere le acque è stato nel 2005 l’ex premier Ariel Sharon, uomo della destra, che si era ritirato da Gaza e stava per farlo anche dalla Cisgiordania, ma poi è stato colpito da un ictus e tutto si è fermato. Nel panorama politico adesso troviamo personaggi radicali come Ben-Gvir e Smotrich.

“Ciò che manca a Israele sono statisti come Begin, Rabin e perfino Sharon. Oggi la strategia che va per la maggiore è quella dei radicali che faranno salire la popolazione delle colonie a un milione, per poi annettere la Cisgiordania e la Striscia o gran parte di esse.”

New York Times, i generali vogliono una tregua a Gaza

Per questo i generali israeliani vogliono avviare un cessate il fuoco a Gaza, anche se ciò manterrebbe Hamas al potere (che è un’idea e quindi difficilmente estirpabile), ampliando la frattura tra l’esercito e il primo ministro Netanyahu, che si è opposto a una tregua che consentirebbe ad Hamas di sopravvivere alla guerra. Lo scrive il New York Times che ha intervistato, in condizione d’anonimato, «sei attuali ed ex funzionari della sicurezza». I generali ritengono che una tregua sarebbe il mezzo migliore per liberare i circa 120 israeliani ancora detenuti, vivi e morti, a Gaza.

«I generali ritengono che le loro forze abbiano bisogno di tempo per riprendersi nel caso in cui scoppiasse una guerra terrestre contro Hezbollah, la milizia libanese impegnata in uno scontro a bassa intensità con Israele da ottobre, hanno affermato numerosi funzionari».

Tregua con Hamas e accordo con Hezbollah

Una tregua con Hamas potrebbe anche facilitare il raggiungimento di un accordo con Hezbollah, secondo i gli stessi funzionari. Hezbollah ha affermato che continuerà a colpire il nord di Israele finché Israele non cesserà di combattere nella Striscia. Ovviamente il portavoce militare israeliano, riferendosi all’articolo del Nyt e sull’interesse dei generali al cessate il fuoco, ha smentito e affermato che l’esercito è determinato a continuare la sua battaglia contro Hamas a Gaza.

Ben Gvir contro Shin Bet, che ‘vuole migliorare condizioni detenuti’

«Tutto questo avviene mentre il ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, è tornato ad attaccare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, per la liberazione del direttore dell’ospedale Shifa a Gaza. L’altro ieri ne aveva chiesto il licenziamento. «Bar – ha detto Ben Gvir – vuole migliorare le condizioni dei terroristi in carcere, io voglio peggiorarle. Questo è il nocciolo del mio disaccordo con lui, e questi sono i fatti dietro la liberazione dei terroristi dal carcere».

.

Articolo di Vittorio Da Rold, dalla redazione di

4 Luglio 2024