India “non allineata” in visita a Mosca manda a dire a Usa e Cina

DI PIERO ORTECA

REDAZIONE

 

Dalla redazione di REMOCONTRO –

Narendra Modi si abbraccia con Putin, e cerca di trovare un difficile spazio di ‘non allineamento’ per l’India, in mezzo a pressioni geopolitiche concentriche, che arrivano dall’America, dall’intero Occidente e, soprattutto, dalla Cina. Ecco spiegato il senso più vero, della visita che il premier del grande Paese asiatico ha fatto in Russia.

Mosca amica per tutte le stagioni

‘Indian Express’, titolo a tutta pagina: «A Mosca, il premier Modi definisce la Russia ‘amica per tutte le stagioni’ e ‘alleata fidata, elogiando la leadership di Putin». Una presa di posizione pesante e impegnativa, certo non gradita a Washington e che aumenterà i sospetti della diplomazia cinese. Se il quadro è questo, già si notano i primi ‘rimbalzi’. Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, ha manifestato una certa frustrazione, dichiarando che «il governo americano ha espresso le sue preoccupazioni a quello indiano in merito ai rapporti con la Russia». In effetti, Modi si è presentato a Mosca con una squadra di ministri di altissimo livello ed è stato ricevuto, da Putin, come un vecchio amico. Al di là delle dichiarazioni ufficiali, che grondano deferenza da entrambi i lati, nella sostanza si è parlato di business.

Sanzioni contro a vantaggio di chi?

Le sanzioni occidentali alla Russia, per l’India sono state una benedizione. Gran parte del petrolio russo invenduto, ora arriva sottocosto sui suoi mercati, abbassando il costo dell’energia e pompando l’economia. Se aggiungiamo l’hardware militare, cioè il 36% del totale importato negli ultimi 4 anni, il valore dei prodotti arrivati dalla Russia vale 65 miliardi di dollari. Ma quelli in uscita sono calcolati solo in 4 miliardi. Un evidente sbilanciamento del disavanzo commerciale, che bisogna correggere. Tuttavia, il perno (non divulgato) dei colloqui Putin-Modi, ha riguardato la definizione del cosiddetto «Reciprocal Exchange of logistical agreement», protocollo per regolamentare «scambi militari per esercitazioni, addestramento, scali portuali e soccorso in caso di calamità. Oltre a dare accesso alle strutture militari di Mosca, anche nell’Artico».

La via navale indiana e il nucleare civile

Secondo risultato della visita di Modi, la realizzazione del corridoio marittimo-commerciale ‘Chennai-Vladivostok’. Un gigantesco progetto trasportistico, per accorciare le linee di comunicazione navale tra i due Paesi, di quasi seimila chilometri, sa favorire l’interscambio e abbassare i costi. Oltre al nucleare civile di marca russa. L’India ha messo in funzione il primo e secondo reattore della centrale nucleare di Kudankulam, costruita con il supporto tecnico di Mosca. Le autorità di Delhi sono concentrate sui dettagli per le forniture di materiale fissile e per la costruzione in corso di altri quattro reattori. Al termine dei lavori, l’impianto termonucleare potrà contare su ben dodici reattori russi Vver, diventando la più potente centrale nucleare del mondo.

Equidistanza tra Mosca e Washington badando alla Cina

A parte l’economia, gli analisti sostengono che proprio la ricerca di una posizione di ‘equidistanza’ tra Mosca e Washington, possa aiutare l’India a contenere le velleità del suo secolare nemico: la Cina, amica del Pakistan. Proprio qualche anno fa, nelle montagne del Ladakh, uno scontro di confine fece una trentina di morti tra i due eserciti. Ma la situazione politica è molto più complessa. Pechino e New Delhi stanno assieme nel gruppo dei BRICS, i grandi ‘non allineati’ con un’economia in forte crescita. Fanno pure parte della SCO, la Conferenza di Shanghai voluta dai cinesi, come organizzazione sovranazionale anti-Usa nell’Indo-Pacifico. Ma assieme e contro, l’India di Modi è nel QUAD, una alleanza militare (anti-cinese), mascherata sotto l’etichetta di ‘dialogo strategico’, che la riunisce con Australia, Giappone e, ovviamente, Stati Uniti. Insomma, dal punto di vista delle relazioni internazionali, potremmo definire la posizione dell’India come «flottante» (che naviga, che galleggia ondeggiando).

Poker geopolitico

Lo scenario, dunque, è quello di una raffinata partita di poker geopolitica, che fa ammettere al Washington Post come «nonostante gli sforzi degli Stati Uniti, per corteggiare l’India e isolare Putin, la visita di Modi dimostri che i rapporti tra Mosca e New Delhi restano stretti». E il think tank Stratfor rimarca che il viaggio del premier indiano, testimonia la volontà di rilanciare il «partenariato strategico, firmato nel 2000, che abbraccia soprattutto la collaborazione in campo economico e militare».

“Gli incontri, fissati annualmente, erano stati sospesi subito dopo l’invasione dell’Ucraina. Un tema scottante, che ha visto il governo di New Delhi cercare di defilarsi e, comunque, lo ha portato a non assumere mai una posizione sanzionatoria nei confronti di Mosca. Il diritto internazionale conta, insomma, ma gli interessi nazionali a Delhi, evidentemente, vengono prima.”