La coerenza non è acqua

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L’EDITORIALE di Antonio Pitoni direttore del giornale LA NOTIZIA –

La lista degli impegni annunciati e puntualmente mancati dalla premier Meloni è lunga.

La coerenza non è acqua

Parlando presumibilmente anche a nome di Giorgia, la sorella d’Italia Arianna Meloni in Lollobrigida ha spiegato così, pochi giorni fa, il sostegno della maggioranza (relativa) dei cittadini di cui gode il suo partito: “Abbiamo realizzato un sogno, siamo un grande partito della nazione, siamo il partito dell’orgoglio di sentirsi italiani, della coerenza che non abbiamo mai tradito…”.

Anche tralasciando la celebre gag alla pompa di benzina, interpretata da un’irresistibile Giorgia che prometteva di calare la scure sulle accise, o il fantomatico blocco navale contro la piaga dell’immigrazione rimpiazzato dal ripiego dell’(hot)spot albanese per manifesta impraticabilità della proposta, non si può certo dire che sia la coerenza la dote che ha contraddistinto questi quasi due anni di governo Meloni. La lista degli impegni annunciati e puntualmente mancati, del resto, è lunga. E basta restare all’attualità per rendersene conto.

Prendiamo per esempio la contestata riforma dell’Autonomia differenziata che allarga il divario Nord-Sud, ampliando i poteri e le prerogative delle Regioni. Le stesse Regioni ontro le quali, nel 2014, Meloni (Giorgia) si intestò “la battaglia per l’abolizione” perché ritenute “centri di spesa formidabili”, “utilizzate dalla partitocrazia per moltiplicare indennità, carrozzoni, consulenze e occasioni di malaffare lontano dai riflettori”. Dieci anni dopo la musica è cambiata. Ma non è tutto. “Che succederà? E che succederà? Succederà che è finita la pacchia…”, tuonava l’allora candidata premier contro l’Ue a pochi giorni dalle elezioni Politiche del 2022 che l’avrebbero portata a Palazzo Chigi. E la pacchia è finita sul serio, ma per l’Italia.

Strozzata dal nuovo Patto di Stabilità europeo che ci costringerà a ulteriori sacrifici per rientrare del mastodontico debito pubblico maturato in decenni di prima e seconda Repubblica. Era sempre la stessa Meloni quella che, ad aprile di due anni fa, faceva la voce grossa sull’Ucraina pure con gli Stati Uniti: “Biden dice che l’impatto delle sanzioni in America sarà minimo? Da noi sarà massimo… Non saremo i muli da soma dell’Occidente”. Poi è diventata la più fidata esecutrice degli ordini Usa. Come si dice, la classe non è acqua. Ma sulla coerenza meglio stendere un velo pietoso.

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Direttore del giornale
10 Luglio 2024