Peccare è umano, col russo è diabolico: Sinner eliminato da Medvedev ai quarti

DI ANDREA RURALI

REDAZIONE

 

Game over. Jannik Sinner dice addio a Wimbledon.

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Battuta d’arresto sull’erba di Londra per il numero 1 del mondo, autore di una prestazione al di sotto del suo standard, condita da errori tecnici e da una conduzione tattica che favorisce l’avversario. Drastico calo delle energie psicofisiche, poca lucidità e resilienza azzerata: la testa di Jannik non tiene, le gambe cedono, gli errori iniziano a moltiplicarsi, i game a sfumare.
Nel terzo parziale Sinner accusa un malore, è costretto al medical time-out fuori dal campo e, al suo rientro sul verde, deve rincorrere Medvedev, ancorato al match e più continuo negli scambi da fondo.
Ma i bassi proseguono e gli alti si intravedono sporadicamente. Sinner abbozza una ripresa, piazza qualche punto, poi stecca di nuovo col rovescio e non incide col dritto.
E così l’azzurro cade, in cinque set, contro il numero 5 del mondo.
Il sogno di vittoria dei Championships svanisce ai quarti contro la Freccia di Mosca, nel revival della finale degli Australian Open a Melbourne. Punteggio finale 6-7(7), 6-4, 7-6(4), 2-6, 6-3 in quattro ore di gioco.
Medvedev fa il suo, conduce la gara, poi rimonta e completa il sorpasso nell’ultimo atto, interrompendo così la striscia di cinque sconfitte consecutive con Sinner.
Il Principe del tennis, invece, mastica amaro, sa di essere superiore al russo ma è obbligato a combattere ad armi impari, pagando qualche acciacco di troppo e una condizione non ottimale (che, come sottolinea, giustamente l’amico sempre sul pezzo Claudio Bartolini, può essere imputabile a una preparazione disequilibrata negli impegni e nella gestione del calendario).
Jannik tornerà in campo la prossima settimana a Bastad, ma il vero obiettivo, ora, è uno solo: le Olimpiadi di Parigi.

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Andrea Rurali

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Foto: X – Wimbledon