Ed ora: liberi tutti…

DI GIANCARLO SELMI

Giancarlo Selmi

 

Negli Usa Bernard Maddoff fu condannato a molte centinaia di anni di carcere, senza possibilità di condizionale, di permessi e neppure di sconti. I reati di Maddoff erano stati effettuati in ambito finanziario. Era un colletto bianco. È morto in carcere. In Italia non avrebbe visto una cella o, nel caso, sarebbe uscito dopo pochi giorni e collocato ai “domiciliari” come il suo analogo italiano Verdini.
Negli Usa l’evasione fiscale rese possibile l’arresto di Al Capone che in carcere rimase molti anni. Morì a Miami. In Italia non avrebbe fatto un giorno di carcere, avrebbe forse fatto il politico, forse sarebbe diventato Presidente del Consiglio, e chissà, oggi avrebbe un aeroporto a lui dedicato.
E mi fermo qui, anche se gli esempi di differenza fra la giustizia di altri paesi ed il nostro, rispetto alla potenziale sanzione dei reati commessi dai cosiddetti colletti bianchi, sono centinaia. Basta un dato: nei paesi del primo mondo, la media dei reclusi per i crimini classici dei “colletti bianchi” è del 18%, in Italia non arriva all’uno per cento. Dalla “discesa in campo” di Berlusconi in poi, con la complicità della finta sinistra, ovvero della “casta” in generale, tutti gli atti in tema di giustizia hanno avuto il fine della depenalizzazione dei reati connessi alla corruzione. Insieme a un sempre maggiore potere di allungamento dei tempi del processo, concesso alla difesa e ampiamente sfruttato dagli avvocati, con il fine ultimo di fare prescrivere il procedimento.
Con una sola eccezione: i governi di Giuseppe Conte, con la “spazzacorrotti” e la eliminazione della prescrizione dopo la condanna in primo grado. Quel periodo fece credere a chi credeva che la legge dovesse essere uguale per tutti, che si fosse inaugurato un cammino virtuoso che avrebbe spazzato via la corruzione e i corrotti. La schiforma Cartabia e quella ancora peggiore firmata da Nordio e approvata l’altro ieri, dimostrano che le speranze fossero eccessive. Insomma: l’avvento di Berlusconi rappresentò, in tema di giustizia ma non solo, una iattura per il Paese. Ma la sua eredità e i suoi eredi, rischiano di essere ancora peggio.
L’abolizione dell’abuso di ufficio è un vero e proprio “liberi tutti” offerto a chi vuole monetizzare un incarico pubblico. Un’autorizzazione implicita a chi vuole negoziare con mafie e comitati di affari. Un incentivo al premio per le parentele, per le raccomandazioni, per i nepotismi. E questo in un paese fra i più corrotti al mondo e con i soldi del PNRR da spendere, avrà effetti devastanti. Dicono che i sindaci avevano paura di firmare. Una sontuosa minchiata. Ci sono i Segretari Comunali che controllano. Adesso non avranno paura di firmare e neppure di delinquere.
E, siatene più che certi, molti lo faranno.
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Giancarlo Selmi