DI GIANCARLO SELMI
Sanità: invece di mettere i soldini li toglie. Il rapporto della spesa sanitaria rispetto al Pil, unico dato vero e fondato, che con Giuseppe Conte aveva raggiunto il 7,3%, nel 2025, con meloni, crollerà al 5%. Ultimo in tutta l’Eurozona. Vorrebbe risolvere il problema delle liste d’attesa a costo zero. E già questa è una delle migliori barzellette che la politica abbia prodotto negli ultimi 50 anni.
E allora, la “ducessa Houdini” cosa s’inventa? Un gioco di prestigio. Ripresentando norme già esistenti e già proposte dai governi precedenti. Alcune addirittura del 2005, altre in tempi precedenti, fino al 2019 dalla ministro Giulia Grillo.
È il caso, solo per esempio, dell’indicazione dell’urgenza sulla ricetta, con il tempo limite per la somministrazione del servizio che, in pratica, non si è mai rispettato. Pare che la presidento, beata lei, non abbia mai avuto bisogno di un esame, altrimenti saprebbe perfettamente che la cosa già esiste. Ma lei fa parte dell’Olimpo, ergo…
Giochi di prestigio e barzellette.
Basterebbe un dato per fare capire a tutti, inclusi i suoi elettori, che questa roba sulle liste d’attesa è la ennesima presa per i fondelli degli italiani. Il dato è il seguente: nel 2023 gli italiani hanno speso di tasca loro, per esami presso i privati, la cifra di 8 miliardi di euro. Lei vorrebbe risolvere il problema senza metterci un centesimo. Capite a me?
E d’altra parte, come può garantire il diritto alla salute la “poraccia”, quando ha firmato, senza colpo ferire, il patto (pacco) di stabilità che toglierà dalla possibilità di spesa 13 miliardi l’anno; ha garantito agli americani l’avvicinamento delle spese militari al 2% del Pil che, in soldoni, costerà un miliardo e mezzo; ha promesso solennemente aiuti alla Ucraina per tre miliardi nel 2025. Senza dimenticare i contratti per acquisto di aerei per 7,5 miliardi e quelli per l’acquisto di carri armati per altri 8 miliarducoli. Come cacchio si può pretendere che la tapina migliori la vita di noi poveri sudditi?
Zalone avrebbe detto: “ma è del mestiere questa?”
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Beh… No. Pare proprio di no.
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Giancarlo Selmi
