DI PIERO ORTECA
Dalla redazione di REMOCONTRO –
Un paio di centimetri avrebbero potuto cambiare la storia americana. E forse anche quella dell’intero pianeta. Il folle e la follia di quel fucile a ripetizione comprato al supermercato, e la sicurezza attorno a Trump molto inadeguata. America malata di violenza a rischio di guerra civile. Oggi alla prova della Convention nazionale repubblicana di Milwaukee mentre i due sfidanti, Trump e Biden per primi invitano alla moderazione.
Solo un folle o Sicurezza nazionale?
La notizia più importante di queste ore, per i risvolti che potrebbe avere, la dà il New York Times: “«La divisione Sicurezza nazionale del Dipartimento di giustizia – scrive il giornale – ha pianificato di aprire un’indagine, sul tentativo di assassinare il signor Trump. Segno che il Dipartimento non considera l’attentato un atto di violenza isolato, bensì un tentativo di omicidio con implicazioni per la sicurezza nazionale». Una formula investigativa che apre scenari di qualsiasi tipo. Tra le altre cose, un fronte di furibonde polemiche sembra prepararsi anche sulla presunta ‘facilità’ con la quale Trump è stato esposto, secondo il report del New York Times, a ben 8 colpi di fucile d’assalto AR-15.
Secret Service
L’arma è stata trovata accanto al cadavere del presunto attentatore, su un tetto, in posizione ‘ideale’ per cogliere il bersaglio, a circa 130 metri di distanza. Incomprensibile come quel possibile luogo di agguato non fosse stato ‘sanificato’. La garanzia dell’incolumità degli ex-presidenti spetta al Secret service, un’agenzia che spesso entra in rotta di collisione con altri corpi (polizia statale, FBI, Intelligence). Nel caso specifico, già volano stracci. Il portavoce del Secret service, Anthony Guglielmi, ha detto che l’attentatore si trovava troppo lontano (circa 400 piedi), fuori dal recinto dell’evento. E che per questo non era stato segnalato dai magnetometri. Una spiegazione che lascia abbastanza perplessi, perché un ‘cecchino’ allenato, riesce a centrare un bersaglio anche da 1 km. Figurarsi da 130 metri. Fermo restando che se a un aspirante killer, si dà il tempo di sparare otto volte, significa che i Servizi segreti dormono. Nel migliore dei casi.
Tifoseria all’attacco
Feroci, in questo senso, le critiche di Elon Musk, che nel dare il suo sostegno (e i suoi soldi) a Trump, ha accusato i Servizi di colpevole inefficienza. Le indagini sono condotte dall’FBI e tendono ad accertare le motivazioni del gesto ed eventuali complicità. Sempre il New York Times avverte di un’incongruenza: il killer si era registrato come elettore repubblicano, ma aveva anche fatto donazioni per gruppi di sinistra (per l’esattezza il «Progressive Turnout Project»). Al di là del fatto specifico, però, la riflessione dello stesso giornale liberal si allarga ai drammatici problemi che potrebbero sorgere dalla “estremizzazione” della lotta politica in America. E parla, per la prima volta, esplicitamente di un «rischio guerra civile».
Rischio guerra civile
Non si tratta di un riferimento azzardato, ma di una valutazione basata su sentimenti espressi da una quota consistente (addirittura il 47%, secondo Marist) della popolazione Usa. Tutto questo deve, come primo effetto, portare a ‘consigliare’ un abbassamento dei toni della campagna elettorale per la Casa Bianca. Da un primo sguardo d’insieme, sembra che la grande stampa Usa si sia ritratta, inorridita, di fronte al baratro che improvvisamente si stava aprendo davanti alla società americana, dove la polarizzazione politica ha raggiunto vette sconosciute persino in Europa. Grande spazio è stato dato al tentativo di stemperare i toni di un confronto apparso, più di una volta, ben sopra le righe. Così, il Wall Street Journal ha definito «breve e rispettosa» la telefonata che il Presidente Biden ha voluto fare, per porgere i suoi auguri di pronta guarigione a Donald Trump. Entrambi hanno condannato la violenza e, in seguito, Trump ha esortato gli americani ‘a restare uniti’. La stessa cosa ha fatto Biden, dicendo che «non ci deve essere spazio per la violenza».
Violenza politica e troppe armi
Significativa anche la nota del ‘Journal’ sulla campagna senatoriale in Pennsylvania, lo Stato dove si è svolto l’attentato. Il senatore Bob Casey (democratico) impegnato in una serrata battaglia elettorale per la rielezione col repubblicano David McCormick, ha dichiarato alla CNN che è giunto il momento, per i funzionari di entrambi i partiti, «di condannare categoricamente ogni violenza politica». La stessa cosa ha fatto McCormick, parlando con la ABC. In generale, il Partito Democratico ha manifestato solidarietà a Trump, mentre qualche repubblicano ha fatto, appunti apparsi strumentali, ma senza gettare troppa benzina sul fuoco. A parte i soliti inguaribili tre o quattro personaggi, esponenti di una destra ottusa e bacchettona. Stiamo però parlando di un ‘work in progress’.
“Sarà, infatti, la Convention del GOP che parte oggi a Milwaukee e, soprattutto, l’inclinazione che prenderanno i sondaggi negli Stati che contano (Michigan, Pennsylvania, Wisconsin, Georgia, Arizona, Nevada e North Carolina), a determinare di quanto si alzerà la temperatura politica, nelle prossime settimane, in tutta l’America.”
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Articolo di Piero Orteca, dalla redazione di
15 Luglio 2024