Licenza per sparare. Ma ce l’hanno proprio tutti?

DI CLAUDIO KHALED SER

 

Attentato contro Donald Trump : 1 morto, 3 feriti.
Attentato contro Mohammed Deif : 94 morti, 105 feriti.
Sparare contro qualcuno é vietato, sia dalla legge che dal buon gusto, ma dipende da chi é quel “qualcuno” che si cerca di uccidere.
Se é un candidato alla presidenza americana, non c’é licenza.
Se si tratta di un generale delle forze di liberazione Palestinesi é accettabile.
Trump é leader di uno stato militarmente aggressivo che ha compiuto, nel corso della storia, centinaia di aggressioni criminali, dirette e indirette, contro popoli inermi.
Non perdo tempo ad elencarle tutte.
Deif é leader di un movimento di ribellione contro l’oppressione nazista degli israeliani in Palestina.
Due uomini, due mondi diversi, due vite che hanno un “peso umano” completamente diverso.
Di Trump e delle sue bizzarre idee politiche sappiamo tutto.
E tutto sappiamo delle sue vicende giudiziarie che non gli impediscono di diventare, comunque, presidente degli Usa.
Di Deif la stampa tace.
Nessuno racconta della sua vita in un lager costruito dagli ebrei, delle torture a cui é stato sottoposto, della sua famiglia sterminata sotto i suoi occhi.
Aveva moglie e figli….. aveva.
Una pallotta ha cercato di fermare Trump.
Cento bombe hanno cercato d’uccidere Deif.
Mi raccomando, ora preoccupiamoci di Trump, del suo orecchio e di quel “poveretto” che ha perso la vita.
Non perdiamo tempo a piangere i 94 morti bruciati dai missili israeliani.
Ma, se c’é una Licenza d’uccidere, vorrei sapere chi l’ha negata e chi l’ha concessa.
E soprattutto dove si presenta la domanda per ottenerla.
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Claudio Khaled Ser