DI NICOLA FRATOIANNI
Liberiamo la Liguria e restituiamo la parola ai cittadini. Per questo domani saremo in piazza con tutte le opposizioni.
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Qui sotto la mia intervista di oggi a Il Secolo XIX, buona lettura.
Finalmente andiamo in piazza insieme e per dire una cosa semplice: la Regione Liguria deve essere dissequestrata e la parola ridata ai cittadini».
Nicola Fratoianni è metà della diarchia (l’altra è Angelo Bonelli) che guida l’Alleanza Verdi e Sinistra e domani sarà in piazza De Ferrari con Elly Schlein e Giuseppe Conte, a chiedere ancora una volta le dimissioni di Giovanni Toti e le elezioni anticipate in Liguria.
Perché c’è bisogno, secondo voi, di questa piazza a due mesi dagli arresti?
«La situazione di cui la Liguria è ostaggio va avanti da troppo tempo, è giusto dare un segnale e farlo insieme. Non entriamo nel merito della vicenda giudiziaria, come abbiamo fatto dall’inizio: siamo e restiamo garantisti. Ma dovrebbe essere evidente a tutti che dopo più di due mesi questa situazione è destinata a continuare e crea un danno ai liguri, un danno che si può evitare solo se il presidente si dimette, perché è evidente che questo stallo non è sostenibile per la politica».
Il centrodestra ha difeso le ragioni di Toti, che è indagato, non condannato: perché dovrebbe essere costretto a dimettersi da una carica in cui è stato eletto?
«Qui non si tratta di rinunciare ai diritti politici di Giovanni Toti, ma di liberare la Regione Liguria. La vicenda di Giovanni Toti farà il suo corso con il processo, ma la politica è anche responsabilità, rispetto e amore per la propria terra. Sono passati mesi, lo stallo è dannoso ed è giusto che il futuro dei liguri venga scelto con il voto e la democrazia, perché la normale dialettica politica adesso è impedita dalla situazione di chi guida la giunta».
Il governo dovrebbe dare un segnale?
«Non servono atti d’imperio, basterebbe un’indicazione politica da questa destra che invece su questo tema perpetua una condizione surreale scegliendo di non esprimersi».
In piazza ci sarete voi di AVS, il PD, il M5S ma pure Azione, anche se Calenda non ci sarà e non condivide la richiesta di dimissioni per chi è indagato.
«Ognuno fa le sue scelte, io penso che sia giusto che le opposizioni in questo Paese debbano prendere l’iniziativa, anche a piazza Santi Apostoli per la manifestazione unitaria non c’era Calenda, ma il nostro contributo deve essere quello di avanzare proposte aperte a tutte e a tutti. Vale anche sul Referendum contro la legge sull’Autonomia, ad esempio, che ci vede insieme a Italia viva. Discutiamo delle questioni che riguardano i cittadini e senza mettere veti: io veti non ne ho mai messi, semmai qualche tentativo di escluderci l’ho subito. Non si deve attendere ogni volta che siano tutti a bordo per partire con un’iniziativa. Invece che discutere di aggettivi discutiamo di proposte e questioni concrete».
Quali sono le questioni concrete, allora, che il centrosinistra dovrebbe mettere in campo per la Liguria?
«Si costruisce una proposta politica per la Regione sulla trama di quella che ci unisce per il Paese: la difesa della sanità pubblica, il lavoro e la sua dignità, la cura e la difesa del territorio, ancora di più in una regione fragile, la contrapposizione alle politiche di destra.
La definizione di un programma per la Liguria è compito delle forze politiche locali e delle realtà civili che si sono opposte a Toti e al suo modello, ma gli assi su cui svilupparla ci sono e sono questi».
Voi di AVS siete andati molto bene alle elezioni europee e state ragionando di collaborazioni con le liste civiche come quella di Ferruccio Sansa: non temete che possa esserci una corsa sul carro del vincitore?
«Non temo affatto i salti sul carro, dove è possibile allargare e costruire convergenze questa possibilità va praticata con generosità: il nostro progetto politico nasce proprio con l’ambizione di essere inclusivo per potere essere incisivo e non irrilevante. Lo abbiamo detto con Bonelli dopo il 6,9% delle europee: questo per noi non è che un inizio».
Se si andrà davvero a elezioni dovete trovare un candidato in fretta. La convince Andrea Orlando? Quali sono i tempi giusti per indicare il candidato presidente?
«Su Orlando non posso che confermare: oltre che un amico è un politico esperto, coerente e valido. La scelta però la devono fare i gruppi dirigenti della Liguria e sul tempi è chiaro che incide la vicenda di Toti, se si vota tra settimane o tra mesi il quadro cambia. In ogni caso, comunque, non aspetterei troppo».
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Nicola Fratoianni
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