Siciliani: non è politica è istinto di sopravvivenza

DI LEONARDO CECCHI

LEONARDO CECCHI

 

Siamo assuefatti alla retorica e al sensazionalismo quindi sentir dire che la Sicilia è in ginocchio non ci scandalizza più di tanto, ma stavolta è diverso. Gli animali bevono il fango, i laghi si sono prosciugati, nelle città manca l’acqua per settimane, i turisti disdicono in massa: è un cataclisma di proporzioni bibliche
E io – scusate ma devo dirlo – non mi capacito di come facciano milioni di siciliani a continuare a sostenere chi è, di fatto, co-artefice di questo disastro che li affosserà. Occorrevano infatti decine di milioni per riqualificare l’intero sistema idrico, oggi devastato da ecomostri, dighe incomplete, strutture fatiscenti e lavori mai avviati. Non è stato fatto, e la destra lì governa da decenni. In tutto questo, la stessa destra propone di spendere miliardi per un ponte quando un’intera isola si sta desertificando, e dall’altro di realizzare un’autonomia differenziata che manderà in BANCAROTTA l’intero apparato siciliano, con conseguenze truculente per sanità, sociale e sviluppo giù non in ginocchio, ma faccia a terra.
Siciliani, io ve lo dico chiaro: così l’isola finisce nel Terzo Mondo. Tra desertificazione, smantellamento di ogni servizio, disoccupazione, emigrazione di massa. Per non parlare di un’emergenza rifiuti continua e costante.
REAGITE. Non volete votare a sinistra? Va bene lo stesso: ma date un segnale. Non votate questi individui che vi stanno divorando vivi. Perché tranquilli a che loro l’acqua non manca. Tranquilli che loro ce l’hanno chi gli porta via la spazzatura.
Reagite. Non è più politica: è ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA.