Convenienza consensuale, e in Italia tutti votano il contrario di tutto

DI SALVATORE GRANATA

 

Allora.
Che Ursula von der Leyen sia stata rieletta per me è un male assoluto. Tant’è che sia i pentacontiani che i leghisti non le hanno dato fiducia.
È pura strategia soprattutto sulle guerre in corso tra Russia e Ucraina e il genocidio che sta perpetrando Israele nei confronti dei palestinesi, per recuperare terreno in termini di consenso (avendo preso batoste alle ultime votazioni), niente di più.
Chi è sottomesso al PD, chi a Meloni, qualcosa deve pur inventarsela.
Ma, c’è un ma. L’errore più grave è quello di “Flagelli d’Italia” che comandano l’esecutivo italiano. Perché l’Italia è la terza economia UE, con un rapporto tra debito pubblico e Pil quasi al 140%, con una procedura d’inflazione in atto e un PNRR da gestire.
Gli attuali nostri “governanti” sono corteggiati da un anno e mezzo da von der Leyen, e nonostante tutto hanno votato contro il bis, preferendo rinchiudersi nell’angolo della destra ed escludersi dai processi di influenza.
La Meloni rappresenta, con il voto europeo, una destra incapace di evolversi, dove una premier spaventata da Salvini e dai vecchi amici polacchi e ungheresi, si è dovuta accodare da capo partito qual è ed ha, con buone probabilità, ottenuto poco nelle trattative.
Il governo Meloni esce totalmente indebolito nonostante abbia vinto le elezioni europee.
Questo è ciò che succede quando per un anno racconti la storiella di una nuova maggioranza di destra-destra a Strasburgo che mai e poi mai è stata un’ipotesi realistica nei numeri.
Il pd conferma la sua vocazione filoatlantista, filoucraina e filoisraeliana dando invece nuovamente fiducia alla von der Leyen.
Come accade in tutti gli Stati, anche in Europa non esiste un Vera Sinistra.
Per questo è un continuo turarsi il naso tra destra e democristiani.
Ripeto, perché a molti, soprattutto in area Meloni, non sia chiaro che il NO a von der Leyen (e l’opposizione a questa) se lo intestano Orban, Le Pen e Salvini e non un partito che ha traccheggiato fino all’ultimo sul sì/forse/no e annunciato la posizione addirittura dopo il voto.
Senza contare che Meloni in Italia governa con Salvini e Tajani (che invece ha votato a favore di Ursula). E che la Le Pen ha posto il veto su Vannacci alla vicepresidenza del gruppo dei Patrioti per l’Europa.
In un Paese normale, una maggioranza così spaccata, si ritirerebbe e indirebbe nuove elezioni.
Ma siamo in Italia. E tutti votano il contrario di tutto. E per convenienza consensuale.
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Salvatore Granata