E in Sicilia la destra ripropone il Reddito di cittadinanza

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LAVORI IN CORSO – rubrica di Giorgio Velardi dalla redazione del giornale LA NOTIZIA

E in Sicilia la destra ripropone il Reddito di cittadinanza.

Il RdC risponde a diversi principi consacrati a livello internazionale. Attraverso di lui “il nostro Paese si è allineato alla maggioranza dei Paesi europei, nei quali sono previsti da molti anni strumenti universalistici di contrasto della povertà. Nel valutare l’efficacia dimostrata finora del RdC, occorre considerare che l’attuazione della misura ha inevitabilmente risentito della crisi pandemica, la quale si è temporalmente sovrapposta a buona parte del periodo di vigenza del decreto-legge n. 4/2019, nonché della scarsa efficienza dei centri per l’impiego, dovuta anche al mancato o in taluni casi rallentato utilizzo delle maggiori risorse economiche loro assegnate”. Ciononostante, “come rilevato dall’Ufficio parlamentare di bilancio, dati Anpal mostrano che più del 30 per cento dei beneficiari complessivamente gestiti dai Centri per l’impiego hanno attivato un rapporto di lavoro durante la fruizione della misura”. Leggendo queste frasi, contenute nella relazione illustrativa del ddl n. 762 (Istituzione del reddito regionale di cittadinanza) depositato il 6 giugno scorso presso l’Assemblea regionale siciliana, i più avranno pensato che l’iniziativa sia dei 5Stelle.

Invece no. Il testo, difatti, porta la firma di Luisa Lantieri. Quarantanove anni, alla sua terza legislatura all’Ars, Lantieri è esponente di Forza Italia e vice presidente dell’Assemblea. Non una qualunque. Quando la notizia, rivelata da “Domani”, ha iniziato a circolare, tra i forzisti è scattato il fuggi fuggi. L’interessata si è affrettata a dire che la proposta è stata “formulata a titolo esclusivamente personale”. Schermaglie politiche a parte, Lantieri si merita un premio alla sincerità. Solo in Sicilia, nel passaggio dal RdC all’Assegno di inclusione, 93.750 famiglie sono rimaste senza sostegno. Un numero considerevole in una Regione in cui il tasso di disoccupazione è fra i peggiori del Paese. A fine anno, in tutta Italia, i risparmi derivanti da Adi e Sfl potrebbero ammontare a oltre 3 miliardi. Non perché i poveri siano magicamente diminuiti, anzi. Nel suo DDL, la deputata regionale di FI ha anche l’ardire di dire le cose come stanno sul fronte delle politiche attive. Nel 2019 il governo Conte I stanziò un miliardo per riqualificare i centri per l’impiego e assumere 11.600 nuovi addetti. Dopo cinque anni le Regioni, che hanno in mano il pallino, hanno perfezionato appena il 47,8% delle stesse assunzioni. Al 30 settembre 2023, secondo i dati del Ministero del Lavoro, la Sicilia era tra i fanalini di coda con appena 137 ingressi su 1.246 (11%). Lodevoli, infine, i numeri citati da Lantieri contro la stucchevole retorica dei “divanisti”. Applausi.

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Giorgio Velardi 

Dalla redazione del giornale

20 Luglio 2024